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In Sicilia ridotta la dispersione scolastica: dal 24% del 2015 al 19% del 2020

Il dato si riferisce ai giovani che ricadono nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato gli studi con al massimo la licenza media

La dispersione scolastica in Sicilia è scesa dal 24,3% al 19,4% nel periodo compreso tra il 2015 e il 2020. Il dato si riferisce ai giovani che ricadono nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato gli studi con al più il diploma di scuola secondaria di primo grado (licenza media), che non sono in possesso di qualifiche professionali regionali ottenute in corsi con durata di almeno due anni e che non frequentano corsi scolastici, né svolgono attività formative. Nello stesso periodo preso in esame, il fenomeno a livello nazionale appare più contenuto, riducendosi dal 14,7% nel 2015 al 13,1% nel 2020, con “un trend che è rimasto sostanzialmente stabile” mentre, sottolineano nel report dell’assessorato regionale all’istruzione, “è sensibilmente diminuito il tasso di dispersione in Sicilia.

Il dato, pur mantenendo oggettiva criticità in termini assoluti, deve comunque essere considerato in evidente trend migliorativo, visto che il divario percentuale tra il valore medio nazionale e quello regionale si riduce di oltre tre punti percentuali nel periodo 2015 – 2020, in specie nel triennio 2018 – 2020 nel quale la differenza tra i due parametri cala di oltre il 30% rispetto all’anno 2015”. I numeri – fonti Istat – sono stati resi noti stamane a Palazzo d’Orleans dal presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e dall’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, durante la conferenza stampa per illustrare il ‘Piano di contrasto alla povertà educativa’ e fare il punto sulle risorse e i progetti messi in campo per il triennio 2021-2023: in totale, la Regione ha impiegato negli ultimi quattro anni circa 120 milioni di euro. “Siamo riusciti a ridurre questo fenomeno di diversi punti percentuali – ha detto Musumeci -, ma non c’è dubbio che questa drastica riduzione non ci basta, non siamo appagati, e stiamo predisponendo per il 2022 un nuovo piano di azione. Vogliamo arrivare alle cause del problema e neutralizzarle ma per farlo – ha concluso – abbiamo bisogno di potenziare le strutture scolastiche per l’infanzia, abbattere altre barriere architettoniche, realizzare mense, cucine, palestre, e infrastrutture scolastiche degne di una regione come la nostra”.


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