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Assostampa Sicilia, in trincea per la galassia di giornalisti precari

"Dopo aver fatto parte della redazione di 'la Repubblica' a Palermo, sin dai primi tempi dell'uscita del quotidiano in Sicilia, il giornalista Valerio Tripi non vedrà rinnovato il suo contratto"

“Dopo aver fatto parte della redazione di ‘la Repubblica’ a Palermo, sin dai primi tempi dell’uscita del quotidiano in Sicilia, il giornalista Valerio Tripi non vedrà rinnovato il suo contratto, come gli è stato comunicato dall’azienda l’8 dicembre scorso, quando aveva già abbondantemente superato la quota di articoli previsti dal contratto scaduto il 31 dicembre. Un numero di articoli che ha sempre oltrepassato di molto quelli previsti da ognuno dei contratti che ha firmato negli ultimi cinque anni. E’ accaduto anche al collega Massimiliano Salvo a Genova che ogni giorno, per undici anni, ha proposto al giornale il proprio contributo: contratto da precario con partita Iva non rinnovato”. Lo dice in una nota Assostampa Sicilia, che ha approvato all’unanimità il documento di solidarietà al collega Tripi, nel corso dei lavori del consiglio regionale.

“Valerio ha assicurato al suo giornale qualcosa come 500 articoli all’anno, ha coperto le notizie sul Palermo calcio quotidianamente, è stato sempre pronto a scrivere sia per il quotidiano di carta che per il sito di Repubblica. Un impegno che ha superato il ventennio senza arrivare mai a una conclusione lavorativa stabilizzata – si aggiunge nel documento -. Valerio deve fare i conti con la sua condizione precaria. La sua firma da giornalista vale, ma il non avere un contratto di lavoro stabile non gli consente di accendere un mutuo o chiedere un prestito. E come lui sono in tanti, anche nel suo giornale. Valerio è tra i ‘giovani’ che hanno dato vita al coordinamento nazionale dei precari di Repubblica ed è da tempo impegnato nel sindacato, oggi come vicepresidente regionale dell’Ussi, l’Unione stampa sportiva italiana. Per mesi il coordinamento ha sollecitato incontri all’azienda e alla direzione del giornale – prosegue il documento approvato in consiglio regionale – sono proprio i giorni in cui i giornalisti italiani raccontano le storie dei riders che consegnano pizze alle famiglie murate dal covid. Ogni riga trasuda sdegno. Un rider dell’informazione, un giornalista precario, intanto pesta sui tasti del pc per un compenso che non ha alcun grado di parentela con quello percepito dal suo più anziano ‘compagno di squadra’. Stesso lavoro, stesso tempo, stesse regole deontologiche. Due galassie diverse. Una è tutelata. L’altra deve ogni giorno correre per mettere insieme il pranzo e la cena. Ma noi non ci arrendiamo. Il sindacato resta in trincea”.


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