Trentotto anni fa veniva assassinato a Catania Pippo Fava, il giornalista e scrittore, fondatore del mensile “I Siciliani”, ucciso in un agguato mafioso la sera del 5 gennaio 1984, dinanzi all’ingresso del teatro Stabile di Catania: era andato a prendere la nipotina che debuttava in teatro in uno spettacolo che lui aveva scritto. Fava con le sue inchieste antimafia svelò oscuri intrecci politico-mafiosi, denunciando con coraggio il malaffare pagando con la vita il suo impegno antimafia. Per il suo delitto sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo il capomafia catanese Benedetto Santapaola e il nipote Aldo Ercolano.
Al Piccolo Teatro di via Ciccaglione, a Catania, alle 18, dibattito, moderato da Claudio Fava dal titolo “Menzogne d’autore: il giornalismo d’inchiesta tra servizi, silenzi e depistaggi”, con Attilio Bolzoni, Tuccio Pappalardo e Paolo Biondani, vincitore dell’edizione 2022 del Premio Fava. Così come avviene ogni anno, “I Siciliani giovani”, “decidono di ricordare Giuseppe Fava, nella data della sua uccisione da parte della mafia, il 5 gennaio, lavorando. L’emergenza sanitaria ci impedisce anche quest’anno di tenere un corteo nella città di Catania”. Alle 10,30 assemblea online sul sito www.isiciliani.it, su Facebook e twitch, attraverso la piattaforma Zoom, e in presenza per chi vorrà venire al Giardino di Scidà – bene confiscato alla mafia, in via Randazzo 27 a Catania. Al centro “il nostro comune lavoro contro la mafia, come rilanciare la campagna per ottenere il riuso sociale dei soldi dei mafiosi, come proseguire il lavoro di denuncia e di racconto della nostra terra. Ad accompagnarci nella discussione Don Luigi Ciotti”.
Il Consiglio regionale dell’Assostampa siciliana ha ricordato ieri sera Pippo Fava. “Ci sono voluti dieci anni per accertare che fu la mafia a uccidere il giornalista che era rimasto cronista attento – scrive la segreteria regionale di Assostampa Sicilia – a lungo si cercò di far credere che si trattava di un delitto passionale, come è accaduto anche per coprire altri omicidi di matrice mafiosa. Alla fine i processi hanno accertato che fu il capomafia Nitto Santapaola insieme ad Aldo Ercolano a ordinare di mettere a tacere Pippo Fava. Lo ha confermato definitivamente la Cassazione nel 2003. Dai processi sono usciti assolti Marcello D’Agata, Francesco Giammusso e Vincenzo Santapaola, che erano stati condannati in primo grado come esecutori”. La storia di Pippo Fava e la ricostruzione del lungo iter processuale per accertare le responsabilità della sua morte si possono leggere sul sito di Ossigeno “Cercavano la verità” (giornalistiuccisi.it), dedicato ai trenta giornalisti uccisi da mafie, terrorismo. Per il preoccupante numero di contagi da Covid-19 a Catania, la Fondazione Giuseppe Fava ha deciso di rinviare a data da definire la consegna del Premio giornalistico nazionale 2022, quest’anno assegnato a Paolo Biondani. Annullato anche il presidio sotto la lapide del giornalista.
“Pippo Fava nel silenzio assordante e connivente delle istituzioni e della società civile, in un tempo nel quale si negava l’esistenza della mafia, ha denunciato gli intrecci tra Cosa nostra, politica, affari, imprenditoria e massoneria. Le sue inchieste e il suo concetto etico del giornalismo, libero da ogni forma di ingerenza o condizionamento, rappresentano un grande esempio per i giovani e i professionisti dell’informazione. Fava cercava con senso del dovere la verità in un momento storico nel quale questa doveva essere taciuta a tutti i costi. A distanza di trentotto anni dal suo omicidio resta vivido il ricordo di un intellettuale delegittimato durante la sua carriera che ha portato avanti con coraggio i valori della libertà d’espressione e della lotta all’illegalità”. Lo dice il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, nel trentottesimo anniversario dell’omicidio di Pippo Fava.
“La città di Catania e la Sicilia mantengono vivo a distanza di tanti anni il ricordo di Giuseppe Fava, un uomo forte delle sue idee di liberazione dall’oppressione mafiosa, barbaramente assassinato da criminali che, tuttavia, non sono riusciti a s spegnere il valore sociale dei suoi scritti e della lotta agli interessi malavitosi, diventati ormai patrimonio comune di più generazioni di cittadini onesti”. Lo afferma il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, nel 38esimo anniversario dell’omicidio del giornalista Pippo Fava.
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