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Agrigento, dichiarazioni e bilanci falsi per consentire ad alcuni immigrati di ottenere il permesso di soggiorno: 4 arresti

Secondo la tesi accusatoria attraverso queste modalità di false fatturazioni gli extracomunitari avrebbero potuto ottenere il permesso di soggiorno in quanto lavoratori autonomi (commercianti)

Questa mattina i militari del Comando Provinciale di Agrigento hanno proceduto all’arresto e alla traduzione di un ragioniere agrigentino e due cittadini senegalesi, stabilmente residenti in Agrigento; una quarta persona: un imprenditore, anch’egli agrigentino, è stato invece sottoposto agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. Il provvedimento cautelare è stato emesso dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano.

Ai quattro, allo stato, vengono provvisoriamente contestati il delitto previsto dall’art. 416 commi 1,2,3 e 6 del codice penale, nonché reiterate ipotesi di reato di cui art. 12, commi 3 e 3 ter del D.lgs. 286/1998 (T.U. delle norme concernenti l’immigrazione), poiché si ritiene che gli stessi si siano associati tra loro allo scopo di favorire la permanenza illegale sul territorio nazionale di soggetti extracomunitari richiedenti il permesso di soggiorno, fornendo a questi ultimi documenti contabili e fiscali (quali bilanci d’esercizio, dichiarazioni fiscali, scontrini e fatture per acquisto merce) ideologicamente falsi e/o attestanti elementi e dati non veritieri, ovvero mediante la predisposizione di contratti di locazione o dichiarazioni di ospitalità non rispondenti alla reale situazione alloggiativa dello straniero richiedente; il tutto allo scopo di dimostrare artatamente negli uffici preposti delle Autorità di Pubblica Sicurezza il possesso dei requisiti richiesti dalla legge sugli stranieri per il conseguimento del permesso di soggiorno, quale lavoratore autonomo (commerciante).

Secondo la prospettazione accusatoria, il ragioniere, titolare di uno studio professionale di consulenza contabile e fiscale e responsabile di alcuni noti patronati di Agrigento, sarebbe stato il capo e promotore dell’ipotizzata associazione a delinquere; egli avrebbe predisposto le dichiarazioni fiscali e i bilanci d’esercizio delle ditte individuali degli stranieri richiedenti permesso di soggiorno con dati non veritieri, impartendo loro direttive ed indicazioni sulle modalità di compilazione postuma delle ricevute e degli scontrini fiscali e delle fatture d’acquisto, al fine di farli coincidere con i dati relativi ai costi d’acquisto e ai ricavi di vendita riportati nei bilanci e nelle dichiarazioni fiscali falsi. Sempre il professionista avrebbe indicato ai cittadini extracomunitari i nominativi dei soggetti compiacenti disponibili a rilasciare loro fatture false per operazioni inesistenti. Agli stranieri si contesta il ruolo di intermediari tra il ragioniere e gli extracomunitari della comunità senegalese di Agrigento e provincia, nei confronti dei quali i due avrebbero veicolato le direttive del professionista.

Uno degli stranieri arrestati si sarebbe anche offerto di sottoscrivere fittizi contratti di locazione con plurimi soggetti stranieri, anche per periodi sovrapposti, al solo scopo di consentire loro di giustificare l’idoneità della situazione alloggiativa quale presupposto per il conseguimento del permesso di soggiorno per lavoro autonomo. All’imprenditore, infine, viene contestato di essersi prestato ad emettere, dietro indicazione del ragioniere, fatture false in favore di più soggetti stranieri, al fine di supportare le voci per costi d’acquisto riportate nei bilanci e delle dichiarazioni fiscali da presentare a corredo dell’istanza di permesso di soggiorno per lavoro autonomo.

Le indagini, sviluppate dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Agrigento in stretta sinergia e collaborazione con l’Ufficio Immigrazione della Questura di Agrigento, si sono avvalse del fondamentale ausilio fornito dalle banche dati informatizzate in uso al Corpo della Guardia di Finanza e di articolati servizi tecnici d’intercettazione. Durante le indagini sono state esaminate e ritenute sospette trentasei istanze di permesso di soggiorno corredate dalla documentazione contabile asseverata dal professionista; per sette delle quali il Giudice delle Indagini Preliminari ha valutato sussistente un grave quadro indiziario.

Nel corso dell’operazione, denominata “Illegal Stay”, sono state eseguite diverse perquisizioni locali presso abitazioni e studi di consulenza ed acquisita documentazione ritenuta utile al prosieguo delle indagini. Sono stati, altresì, notificati avvisi di garanzia nei confronti di ulteriori quattro persone indagate per le medesime ipotesi delittuose, a piede libero.


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