Il ventiquattrenne Vincenzo Gabriele Rampello è stato ucciso con “circa 14 proiettili della pistola di ordinanza e colpito a testa, torace e addome”. Il pubblico ministero Chiara Bisso e il procuratore Luigi Patronaggio mettono per iscritto le accuse a carico del poliziotto Gaetano Rampello, 57 anni, reo confesso dell’omicidio del figlio al culmine dell’ennesima aggressione e minaccia. L’ispezione cadaverica ha messo i primi punti fermi, ma la procura vuole compiutamente accertare tutti gli aspetti medico-legali e ha fissato per venerdì pomeriggio l’autopsia che sarà eseguita dal medico legale Alberto Alongi. Il poliziotto, che ha nominato come difensore l’avvocato Daniela Posante, potrà incaricare un proprio consulente di parte per partecipare all’autopsia. Domani mattina, alle 12,30, invece, si terrà l’udienza di convalida dell’arresto davanti al gip del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, che dovrà decidere se ratificare il provvedimento dei carabinieri ed, eventualmente, quale misura applicare.
Gaetano Rampello, assistente capo della polizia di Stato in servizio alla questura di Catania, al culmine dell’ennesima aggressione, ha estratto la la pistola di ordinanza e, di fatto, ha scaricato un intero caricatore addosso al figlio. Subito dopo l’omicidio ha chiamato i carabinieri dicendo dove si trovava e facendosi arrestare mentre era seduto su una panchina. Rampello ha svelato il movente del delitto da inquadrare nel profondo disagio vissuto all’interno della famiglia per le condizioni di salute del ragazzo che aveva dei problemi psichici e, per tre anni, secondo il racconto fatto dal poliziotto, era stato ricoverato in una struttura.
Il ventiquattrenne, che viveva solo dopo la separazione dei genitori, pare avesse il vizio di spendere troppi soldi negli acquisti on line. “Gli davo 600 euro al mese ma non gli bastavano mai, mi picchiava e minacciava sempre per i soldi”. Ieri mattina l’ennesima lite, per strada, dove padre e figlio si erano incontrati in seguito all’ultima richiesta di denaro. “Mi ha telefonato chiedendomi 30 euro – ha detto -, quando glieli ho dati ha iniziato a insultarmi e minacciarmi dicendomi che ne voleva 50. Mi ha aggredito e sfilato il portafogli prendendo altri 15 euro, di più non avevo in tasca. A quel punto ho avuto un corto circuito e gli ho sparato non so quanti colpi”.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni