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Mafia, 16 provvedimenti restrittivi a Enna. Armi e droga nelle mani del clan

Secondo la ricostruzione gli indagati avrebbero fatto parte di un'associazione operante nel settore degli stupefacenti, in territorio di Agira

Questa mattina la Polizia di Stato di Enna, nel corso delle indagini preliminari, ha eseguito due distinte ordinanze di applicazione di misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Caltanissetta su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica: a dieci indagati è stata applicata la misura cautelare detentiva in carcere e ad altri sei quella degli arresti domiciliari.

I Provvedimenti restrittivi riguardano due presunti gruppi criminali collegati tra loro, in relazione ai quali il Giudice per le Indagini Preliminari ha ritenuto gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di cui agli artt. 73 e 74 del T.U. Stupefacenti con riferimento a sostanze del tipo della cocaina e della marijuana.

Secondo la ricostruzione operata nella prima delle due ordinanze, gli indagati avrebbero fatto parte di un gruppo operante a Leonforte (territorio ove è tradizionalmente  radicata un ‘articolazione di “Cosa Nostra “), nel settore del traffico di stupefacenti, che avrebbe fatto capo a due fratelli, che si sarebbero avvalsi della stabile collaborazione di altri soggetti, che, a loro volta si sarebbero occupati della cessione al dettaglio.

II Gip ha altresì ritenuto che vi fossero gravi indizi del fatto che l’associazione avesse destinato parte dei proventi della cessione al mantenimento in carcere di affiliati a “Cosa nostra” di Leonforte. Nel corso delle indagini, e segnatamente nell’agosto 2019, a seguito di perquisizione operata in un terreno ritenuto nella disponibilità dei vertici del sodalizio, sono state rinvenute armi poi sottoposte a sequestro.

Secondo la ricostruzione operata nella seconda ordinanza, gli indagati avrebbero fatto parte di un’associazione operante nel settore degli stupefacenti, in territorio di Agira. Il gruppo avrebbe fatto capo ad un uomo del posto, già condannato per reati inerenti agli stupefacenti, che, coadiuvato, secondo il quadro indiziario, dal figlio e dal cognato avrebbe immesso nel locale mercato, sostanza stupefacente del tipo cocaina e marijuana.

I tre soggetti, in relazione ai quali sono stati ritenuti gravi indizi di colpevolezza del reato di cui all’articolo 74 TU stupefacenti sono stati condotti in carcere, mentre nei confronti di altri sei indagati ritenuti gravemente indiziati del reato di cui all’art.73 TU stupefacenti è stata applicata la misura degli arresti domiciliari.

II Gip ha altresì ritenuto che sussistessero gravi indizi del fatto che i vertici delle due associazioni stessero contrattando tra loro un “partneriato operativo” volta a garantirsi il monopolio del traffico di stupefacenti n ei territori di riferimento.


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