Dopo il voto “anomalo” per l’elezione dei grandi elettori del presidente della Repubblica, “la verifica con i vertici dei partiti della coalizione ha portato a un risultato: nessuno ha chiesto di sostituire la propria rappresentanza in Giunta e tutti hanno dichiarato ferma intenzione di continuare a lavorare in questo governo fino all’ultimo giorno di legislatura. Ne ho preso atto, con piacere, significa che quel voto non era frutto di scelte politiche legate alla volontà dei partiti”.
A dirlo il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci intervenendo nel corso della seduta dell’Ars.
“Naturalmente la Giunta andava azzerata se il giorno dopo avessimo avuto l’esito delle forze politiche. Il Quirinale e tutto quello che ne è derivato – ha aggiunto – ci ha costretto però a non lasciare la Regione priva di un governo per due settimane. Da parte mia, quindi, non un gesto di sfiducia verso la squadra di assessori, ma di rispetto verso le forze politiche di centrodestra”.
“Qualcuno ha scritto e parlato di crisi di governo. Strana questa crisi: o si è in malafede o si vive sulla Luna. Credo di poter dire con legittimo orgoglio che nessun governo regionale abbia mai garantito stabilità come questo” – ha detto il presidente della Regione siciliana – “Stabilità non solo in termini di ininterrotta attività di governo senza mai un giorno di crisi, ma stabilità – ha aggiunto – anche in termini di assetto assessoriale e dirigenziale. Raro vedere assessori che rimangono al loro posto per tutta la legislatura”.
“La storia di questo Parlamento è caratterizzato da agguati, voltafaccia, intrighi orditi in ogni tempo contro presidenti e uomini di governo. Tutti metodi non edificanti, ma è quasi fisiologico nella logica dei rapporti tra maggioranze e opposizione per bocciare una iniziativa legislativa non condivisa. Quel pomeriggio però non si votava per un atto legislativo, ma si esprimeva un voto dal pregnante valore istituzionale, scevro da ogni risentimento di parte o personale. Quel voto ha costituito un’offesa non alla mia modesta persona, ma all’istituzione che la mia persona rappresenta”, così il presidente.
“Una pagina certo non bella – ha aggiunto – comprensibile quindi la mia profonda amarezza subito dopo quel voto e la mia ferma condanna verso gli autori che hanno agito con rancore e spirito di vendetta, forse a seguito di qualche mio no ad alcune loro richieste, che voglio specificare tutte di natura politica, ma da parte mia non ricevibili”.
“Sono almeno tre gli impegni in agenda fino ad aprile che dovranno vedere mobilitati governo e Assemblea: la legge finanziaria 2022 con relativo bilancio, il Pnrr, e la programmazione Europea 21-27”, ha aggiunto Musumeci.
“Comunque finirà il confronto politico con i vertici dei partiti – ha aggiunto – abbiamo tutti precisi compiti da adempiere per gli interessi legittimi dei siciliani vengono prima di ogni altra questione personale o di parte”.
Non si fanno attendere le reazioni dal mondo della politica.
“Dopo l’intervento di oggi pomeriggio in Aula, il Presidente Musumeci ci appare sempre più come il Conte zio dei Promessi Sposi: sopire troncare, troncare sopire. Perfino di fronte ad una mozione di censura di Forza Italia nei confronti del Commissario Tuccio D’Urso, uomo di fiducia che il Presidente ha messo a capo di una struttura importantissima come quella per l’emergenza Covid, Musumeci dice che la crisi ce la siamo inventata noi. Un fatto è certo: questo presidente – che si dimetta o meno poco importa – non ha più la fiducia della sua maggioranza”, ha dichiarato poco fa intervenendo a Palazzo dei Normanni Claudio Fava, deputato de I cento passi e presidente della Commissione antimafia regionale.
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