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Rifiuti, termoutilizzatori in Sicilia: le reazioni da politica e associazioni

Organizzato il convegno tecnico-scientifico “Gestione dei rifiuti in Sicilia: come uscire dalla crisi?” a Palermo il prossimo 7 marzo dall’Associazione Italiana di Ingegneria Chimica

“Non occorre guardare tanto lontano, caro presidente Musumeci. Ci conosci benissimo e ci conosci da quando sei venuto, ben due volte ai nostri EcoForum regionali. La prima volta appena eletto, dove, hai confermato quanto scritto nel tuo programma: un netto no agli inceneritori. Ora, purtroppo, a fine legislatura, il Presidente della Regione ha cambiato idea, schierandosi dalla parte di una soluzione obsoleta che farebbe pagare, qualora si realizzasse, un caro prezzo a tutti i siciliani”. Lo dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, riferendosi alla realizzazione di due termoutilizzatori nell’isola.

“Questi rifiuti, infatti – aggiunge Zanna – non sarebbero bruciati gratuitamente, ma bisognerebbe pagare, e tanto, ai gestori degli impianti. Noi siamo contrari agli inceneritori, e tali resteremo, perché non è questa la soluzione per gestire i rifiuti. Occorre spingere sulla raccolta differenziata, unico modo per chiedere le discariche. Inoltre, sarebbero impianti industriali che immetterebbero in atmosfera ulteriori gas climalteranti, dando un contributo incisivo ai cambiamenti climatici”.

Mentre il dibattito politico è incentrato sul tema “termovalorizzatori si o no”, spesso su posizioni ideologiche e con insufficienti valutazioni tecnico-scientifiche, sembra assente dalla discussione il tema di una pianificazione che comprenda tutte le fasi del ciclo dei rifiuti, dalla riduzione e la prevenzione alla raccolta, dalla seleziona al riciclo, fino al trattamento e alla valorizzazione termica.

Proprio all’esigenza di questa visione d’insieme, accompagnata dall’analisi e dal confronto con altre realtà del mezzogiorno d’Italia come quella campana, è dedicato il convegno tecnico-scientifico “Gestione dei rifiuti in Sicilia: come uscire dalla crisi?” organizzato a Palermo il prossimo 7 marzo dall’Associazione Italiana di Ingegneria Chimica (AIDIC), insieme alle Università degli Studi di Palermo, Salerno e Catania, all’Associazione Ingegneria Ambiente e Territorio e all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Palermo.

Un momento di dialogo fra rappresentanti istituzionali, mondo economico e della ricerca, società civile, imprenditori e studenti per confrontarsi sullo stato dell’arte del ciclo dei rifiuti in Sicilia e sulla sostenibilità degli interventi previsti nel nuovo piano regionale siciliano a diversi mesi dalla sua entrata in vigore.

“Gli inceneritori di Musumeci? Campagna elettorale di chi ormai sente franare il terreno sotto ai piedi, fatta, tra l’altro, in un mare di contraddizioni. Il presidente della Regione aveva tutto il tempo per farli prima e li tira fuori ora solo adesso, ben sapendo che vedranno la luce, se mai la vedranno, ben lontano dall’emergenza che stiamo vivendo adesso”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Nuccio Di Paola, assieme ai componenti 5 stelle della commissione Ambiente di palazzo dei Normanni, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito.

“Intanto – dice Di Paola – sgombriamo il campo dagli equivoci e chiamiamoli col loro vero nome: inceneritori. Non è giocando sulle parole che se ne modifica la natura. Noi siamo sempre stati contro e sempre lo saremo e non siamo certamente malavitosi. É vergognoso e gravissimo infatti il concetto espresso oggi dal presidente, secondo cui chi è contro gli inceneritori sta dalla parte della malavita. Ma questo fa parte del personaggio Musumeci: insultare e offendere pesantemente chi non la pensa come lui, o peggio, osa addirittura criticarlo”.

Di Paola sottolinea le numerose contraddizioni di Musumeci sul versante inceneritori. “L’emergenza – dice – è adesso. É ora che la Sicilia non ha dove mettere i rifiuti. Nell’attesa che si realizzino, che faremo?”.

Le numerose contraddizioni sono messe in evidenza anche da Trizzino, Campo e Zito. “Affermare – dicono – di volere sottrarre i rifiuti dalle mani dei privati (proprietari di discariche) e poi fare costruire termovalorizzatori sempre attraverso il ricorso ai privati è un ragionamento così ridicolo che non ha bisogno di essere commentato. Se davvero vuoi sottrarre i rifiuti dalle mani dei privati, perché ancora la Sicilia è il fanalino circa gli impianti pubblici per la raccolta dell’umido, che rappresenta il 40% dei rifiuti?”.

“Sempre in tema di grandi contraddizioni – continua Trizzino – va sottolineato che costruire due inceneritori va contro il ragionamento dello stesso Musumeci, il quale propone di dividere la Sicilia in 9 ambiti territoriali e di garantire ad ognuno di essi l’autosufficienza”.

“Musumeci – continua Trizzino – tranquillizza dicendo che nei termovalorizzatori, pardon negli inceneritori, non finiranno rifiuti pericolosi? Bene, possiamo tranquillizzarlo noi a sua volta: non è lui che decide cosa va ad incenerimento, ma le leggi. Queste affermazioni dimostrano che c’è forse un po’ troppa approssimazione quando si parla di temi così delicati”.

Nel discorso di Musumeci secondo il M5S ci sono tante altre grosse imprecisioni, tra queste il fatto che gli inceneritori non sono previsti nel piano rifiuti.

“Il piano dei rifiuti, quello pubblicato ad aprile del 2021 (e non al primo anno di legislatura, come afferma Musumeci) – afferma Trizzino – rinvia ad un altro piano per la determinazione delle frazioni da inviare in eventuali inceneritori. Dunque, gli inceneritori non sono previsti”.


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