Dalla Sicilia al confine con l’Ucraina per salvare la compagna: la storia d’amore di Davide e Natalia

Davide non ci ha pensato un attimo: dopo i primi bombardamenti russi su Kiev – e la notizia che la casa della sua compagna era stata distrutta – ha affittato un pulmino ed è andato a prenderla. L’appuntamento è stato al confine tra la Polonia e l’Ucraina. Una storia d’amore in tempo di guerra quella di Davide Dipietro e Natalia: lui 48enne pachinese, lei 40enne ucraina. Si sono conosciuti quasi per caso e da un anno hanno avviato una relazione che tra pochi, pochissimi giorni, si sarebbe trasformata in una convivenza: Natalia aveva già acquistato i biglietti per trasferirsi in Sicilia.

“È già stata qui in estate – ha raccontato Davide – e si è innamorata della nostra terra. Cosi abbiamo deciso vivere insieme qui a Pachino”. Ma non c’è stato il tempo: la cruenta guerra che sta minacciando l’Ucraina nel giro di pochi giorni ha raggiunto Kiev e le bombe hanno distrutto anche casa di Natalia. La donna e i due figli si sono salvati e sono stati evacuati.

“Non ci ho pensato nemmeno un istante – ha continuato Davide, partito lunedì pomeriggio a Pachino con il collega di lavoro Edoardo Nielfi – ho preso il pulmino e grazie agli aiuti dell’azienda Acqua Azzurra e di altri amici sono riuscito a raggiungere il confine tra la Polonia e l’Ucraina, dove ho riabbracciato la mia compagna e i suoi figli”. Davide e Natalia non riescono a comunicare bene perché le utenze ucraine sono controllate dai droni. “Posso solo rispondere quando sono contattato – ha spiegato Davide Di Pietro – e qualche ora prima di arrivare mi è stato comunicato il punto esatto in cui Natalia è riuscita a superare il confine. Ma se fosse stato il caso sarei andato a prenderla fino a Kiev”

Davide è arrivato in Polonia ieri sera e ha raggiunto il confine nel punto esatto che gli è stato comunicato. E non è tornato a casa solo con Natalia e i suoi figli, ma ha caricato a bordo anche altre persone. “Ho cercato di salvare – ha detto – tutte le vite possibili finché c’è stato un solo posto sul mio pulmino”.

Sebastiano Diamante