L’Agenzia nazionale per i beni confiscati dovrà restituire il prossimo 26 aprile ‘Casa Felicia’ al figlio del capomafia di Cinisi condannato quale mandante dell’omicidio di Peppino Impastato. Tutta colpa di un errore nel decreto di confisca commesso anni fa. Sul caso interviene la Cgil che esprime “incredulità e sconcerto”.
Per il sindacato “è incredibile che, per un errore nelle procedure, il prossimo 26 aprile si dovrà restituire al figlio di don Tano il casolare confiscato al boss Badalamenti”, dicono il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il responsabile del dipartimento legalità della Cgil Palermo Dino Paternostro, che esprimono solidarietà e sostegno alla famiglia Impastato affinché venga individuata una soluzione diversa.
Il casolare, dopo un restauro costato 400 mila euro, è stato affidato dal Comune di Cinisi all’Associazione Casa Felicia, il nome della coraggiosa mamma di Peppino Impastato, e da tempo vi si svolgono tante attività interessanti iniziative socio-culturali. “Restituire il bene confiscato ai Badalamenti sarebbe un’assurdità, una sconfitta per chi si batte tutti i giorni per affermare legalità e giustizia – aggiungono Ridulfo e Paternostro – ed per questo che la Cgil è al fianco di Giovanni Impastato, di Casa Felicia e del Comune di Cinisi, impegnati con i loro legali per evitare che ciò avvenga”.
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