fbpx

In tendenza

Bimbi uccisi da suv: la Cassazione annulla con rinvio la sentenza di condanna

Greco con il suo suv ha ucciso due bambini che giocavano sul marciapiede davanti all'uscio di casa. Erano i due cuginetti Alessio e Simone D'Antonio entrambi di 11 anni

La Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d’appello di condanna a 9 anni di reclusione per Rosario Greco che l’11 luglio 2019, in via IV Aprile, a Vittoria, intorno alle 20,50, con il suo suv ha ucciso due bambini che giocavano sul marciapiede davanti all’uscio di casa. Erano i due cuginetti Alessio e Simone D’Antonio entrambi di 11 anni. Con la decisione della Cassazione il processo si ricelebrerà davanti alla Corte d’appello.

La sentenza d’appello emessa a febbraio del 2021 aveva confermato la sentenza di primo grado con la quale il 26 maggio 2020 Rosario Greco era stato condannato con rito abbreviato per duplice omicidio stradale aggravato dall’alterazione psicofisica dovuta all’utilizzo di sostanze alcoliche e stupefacenti.

“Pensavamo che almeno quei nove anni, che a noi sembrano comunque una pena troppo piccola, venissero mantenuti e invece oggi veniamo a conoscenza che la Cassazione ha annullato la sentenza di appello e si tornerà in aula. E sicuramente la pena non verrà aumentata ma diminuita. La nostra condanna è a vita: i nostri figli sono stati uccisi da una persona che guidava in stato di alterazione, a velocità folle. Solo la nostra condanna è a vita”. È Alessandro D’Antonio a parlare con l’AGI dopo avere appreso che la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna a 9 anni di carcere per Rosario Greco, l’uomo che travolse e uccise con il suv, guidando mentre era in stato di alterazione psicofisica, suo figlio Alessio e suo nipote Simone.

Famiglie, la sua e quella del fratello Tony per le quali il dolore si rinnova. “Non conosciamo la motivazione – aggiunge – ma non è giusto. Già i nove anni sembravano poco, ma ora che vengano ancora ridotti, è un pensiero che non ci dà pace”. Ciò che addolora le famiglie è che negli anni, dall’11 luglio del 2019 ad oggi, nulla è cambiato in merito all’inasprimento delle pene per l’omicidio stradale. “Sono venuti i ministri Salvini, Bonafede e Di Maio a Vittoria, da noi; ci avevano promesso un disegno di legge che potesse evitare nel futuro che che uccideva qualcuno perchè guidava ubriaco o drogato potesse scontare solo qualche anno di carcere. Ecco, ancora aspettiamo! Ma quanto dobbiamo aspettare ancora? Il nuovo governo Draghi a quanto ci dicono, non ha alcuna intenzione di fare una nuova legge nel nome di Alessio e Simone e per tutte quelle famiglie alle quali è stato strappato un figlio da una persona guidava in stato di alterazione. Ma quei ministri, cosa sono venuti a fare a Vittoria? Solo passerella!”.

Alessandro D’Antonio con il fratello Tony e le mogli Lucia e Valentina non intendono arrendersi: “Abbiamo rispettato i tempi – dicono – il rallentamento dovuto alla pandemia…ma quanto dobbiamo aspettare ancora? Quante famiglie dovranno ancora soffrire come è accaduto a noi? Qualche giorno dopo la tragedia dei nostri figli, un’altra ragazza è stata investita ed uccisa da un ragazzo drogato al volante. Ecco lui già è libero. Ma la famiglia di quella ragazza, le nostre famiglie, ripeto, hanno una condanna a vita. Nessuna pena potrà cancellare il dolore che sentiamo ma una condanna giusta e severa lo può almeno attenuare un po’”. L’appello rinnovato è che si metta mano alla normativa che riguarda l’omicidio stradale, che si inaspriscono le pene. “Può succedere una disgrazia, quando si è al volante, non può accadere che uno si metta a guidare drogato o ubriaco, senza controllo. A noi non servono le sfilate, servono fatti”.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni