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Corte Conti, 48 comuni in dissesto in Sicilia. Sette solo nel 2021

Sulla gestione di bilancio degli enti locali emergono "diffuse difficoltà di natura strutturale di procedere alla riscossione delle entrate"

Cresce in Sicilia nel 2021 il numero  degli enti in dissesto: con un incremento nell’ultimo anno di 7 unità sale a 48 il totale dei comuni in difficoltà finanziarie. Sulla gestione di bilancio degli enti locali, infatti, emergono “diffuse difficoltà di natura strutturale, riferite tanto ai comuni di grandi dimensioni che a quello di media-piccola dimensione, di procedere alla riscossione delle entrate tributarie e patrimoniali, in misura idonea e sufficiente ad assicurare l’equilibrio finanziario”. È quanto emerge dalla relazione del presidente della Sezione di Controllo e delle Sezioni Riunite per la Regione siciliana della Corte dei Conti, Salvatore Pilato, illustrata oggi nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. A causa di una diminuzione delle entrate tributarie, la situazione finanziaria degli enti territoriali nell’Isola è connotata “dalla sussistenza di elevati disavanzi dovuti – prevalentemente – agli accantonamenti per le anticipazioni ricevute in passato dallo Stato e alla presenza di elevati crediti di dubbia e difficile esazione, che gravano su un sistema di riscossione contraddistinto da livelli di efficienza molto modesti”.

Proprio sulla gestione di bilancio degli enti locali, la Sezione di controllo per la Regione Siciliana ha riconosciuto “la complessa situazione in cui si dibatte la finanza locale in Sicilia, soprattutto a cause delle difficoltà ad incrementare la capacità di riscossione delle entrate proprie”, diventate il fulcro della gestione finanziaria a seguito delle drastica riduzione dei trasferimenti statali e delle difficoltà del bilancio regionale, che rendono difficilmente prevedibile “un incremento dei trasferimenti regionali a sostegno dei precari equilibri di bilancio degli enti locali siciliani, ancor più in ragione delle contingenze legate alla pandemia in corso ed all’insufficienza delle misure di sostegno adottate sinora dallo Stato in favore delle amministrazioni locali col rischio concreto di rendere sempre meno agevole l’erogazione dei servizi essenziali in favore dei cittadini”. Negli anni più recenti le dinamiche demografiche hanno avuto “un effetto negativo sulla crescita economica, in considerazione del saldo migratorio sfavorevole nella popolazione giovanile, e nella quota di individui in età lavorativa”.


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