fbpx

In tendenza

Marittimo bloccato in Ucraina con la famiglia: “Le bombe sono vicine e non ci sono medicine”

Non è stata una notte tranquilla per Giovanni Bruno, marittimo di Pozzallo, bloccato a Kherson assieme a una quarantina di italiani che attendono notizie dall'Unità di crisi della Farnesina per poter scappare

Sentiamo ancora i bombardamenti vicini, hanno bombardato ieri e stanotte, pare nella zona dell’aeroporto. Stamattina sembrano un pochino più distanti”. Non è stata una notte tranquilla per Giovanni Bruno, marittimo di Pozzallo, bloccato a Kherson assieme a una quarantina di italiani che attendono notizie dall’Unità di crisi della Farnesina per poter scappare. L’uomo, con affanno, racconta ad AGI la notte appena trascorsa.

La situazione si sta aggravando nelle ultime ore. Kherson, secondo quanto testimonia Giovanni Bruno, è sotto il controllo russo da settimane anche se “ufficialmente” le forze militari russe lo hanno dichiarato ieri. Odessa sarebbe sotto attacco ed è una delle città che separano Kherson dalla Moldavia, una delle possibili vie di fuga per chi vuole abbandonare l’Ucraina.

“Ieri ci hanno fatto vedere delle immagini del fumo dopo probabilmente dei bombardamenti dalla zona di Tavricheskiy che è un quartiere a circa un chilometro da dove abitiamo noi – racconta Giovanni – sappiamo cosa accade attorno e vicino a noi. I bombardamenti sono nella zona verso Mycolaiv. Degli altri italiani e altri nostri amici che sono più a sud verso la Crimea stanno bene a quanto ne so”. Sarà un’altra giornata difficile in attesa di notizie. “Abbiamo ancora del cibo. Continuano a non esserci medicine. Anche ieri dalla Farnesina ci hanno fatto sapere che stanno lavorando giorno e notte per trovare una via d’uscita per noi. Dobbiamo aspettare – dice sospirando – nessuno qui si aspettava una situazione del genere”.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni