La Procura di Perugia ha presentato ricorso in Cassazione per chiedere la revoca della misura alternativa al carcere per l’avvocato Piero Amara. Per la Procura generale di Perugia “non è dimostrato che l’attività collaborativa” dell’avvocato Piero Amara “sia stata leale e piena, in quanto questi ha taciuto fatti criminosi di particolare gravità“. Lo sottolinea lo stesso Ufficio. “Nel procedimento in esame – scrive la Procura – non sono state consultate alcune delle autorità giudiziarie ove pendono i procedimenti a carico di Amara, per cui non risulta dimostrato il presupposto della collaborazione“.
Amara, dominus del cosiddetto “Sistema Siracusa” è tra l’altro al centro dell’indagine della procura di Perugia sulla presunta loggia Ungheria per la quale non è stato raggiunto da alcun provvedimento restrittivo. Le valutazioni sulla collaborazione di Amara sono collegate alla decisione della Procura generale di Perugia di impugnare la concessione della semilibertà. Misura concessa dal tribunale del Riesame di Perugia a inizio mese.
“In primo luogo, nel procedimento in esame – si legge nella nota diffusa dal procuratore generale Sottani – non sono state consultate alcune delle autorità giudiziarie ove pendono i procedimenti penali a carico del Sig. Amara, per cui non risulta dimostrato il presupposto della collaborazione. Per di più, l’emissione in questi stessi procedimenti di atti contenenti l’avviso della conclusone delle indagini ipotizzano reati di particolare gravità che smentiscono la tesi del tribunale“.
“Inoltre – sostiene ancora la Procura generale -, non è dimostrato che vi sia stata una coerente dichiarazione autoaccusatoria, perché in alcuni casi il Sig. Amara è stato sottoposto ad indagini a seguito di dichiarazioni rilasciate da altri soggetti. In definitiva, questa Procura generale ritiene che dalle condotte tenute dal Sig. Amara nei procedimenti penali, nei quali è attualmente sottoposto ad indagini, non emerga la volontà di collaborazione, ma al contrario si sia in presenza di una commissione sistematica di reati gravissimi, con una disinvolta spregiudicatezza volta ad inserirsi in un contesto criminale di destabilizzazione delle istituzioni e di discredito e di sfiducia nel sistema giudiziario“.
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