Rinviata a giudizio anche la madre naturale di Vittorio Fortunato, il neonato per il quale è stato inscenato abbandono e ritrovamento il 4 novembre 2020 in una zona residenziale di Ragusa, di notte, davanti a un esercizio commerciale. Lo ha deciso oggi il giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale di Ragusa, Ivano Infarinato, sciogliendo la riserva qualche ora dopo la conclusione dell’udienza.
La donna risponderà il 23 settembre del 2022, davanti al Tribunale monocratico – giudice Antonella Frizilio – di abbandono di minore in concorso. Il Gip aveva respinto la richiesta di archiviazione rinviando gli atti al Pm per la formulazione dell’imputazione coatta.
La storia giudiziaria si è sdoppiata. Il procedimento che ha coinvolto il padre naturale, commerciante che simulò l’abbandono e il successivo ritrovamento, è già incardinato. Al giudizio immediato, il legale dell’uomo, l’avvocato Michele Sbezzi, ha richiesto il rito abbreviato condizionato all’audizione del consulente di parte, lo psichiatra Maurizio Settinieri che è stato già sentito. Il 14 luglio è fissata la prossima udienza per l’uomo, davanti al Gup Andrea Reale.
Nella sua perizia il professionista ha sostenuto che l’uomo che poi simulò l’abbandono e il ritrovamento del bambino fosse in preda a un trauma che gli provocò una momentanea incapacità d’intendere e volere.
L’uomo era stato chiamato dalla ex compagna che gli chiedeva aiuto; una volta arrivato in casa della donna aveva scoperto che aveva partorito e che quello era suo figlio.
La donna in questo procedimento si era costituita parte civile attraverso il suo legale, l’avvocato Angelo Iemmolo. E’ stata invece respinta la costituzione di parte civile del commerciante nel procedimento odierno che vede imputata la ex compagna e madre del bambino; accolta la costituzione di parte civile del tutore del piccolo Vittorio Fortunato.
Il bambino fin da quando aveva 20 giorni di vita, è stato affidato a una famiglia. E qui si apre un altro fronte; è stata infatti revocata la dichiarazione di adottabilità, sulla quale pende il ricorso in Cassazione. La revoca venne determinata dal fatto che nel momento in cui la dichiarazione di adottabilità venne formulata, non si tenne conto che il neonato aveva un padre e una madre naturali conosciuti.
La donna che per mesi ha dichiarato di non avere mai voluto abbandonare il bambino e che chiede di poterlo riavere, secondo il giudice che definì l’imputazione coatta sarebbe stata negligente già affidando il neonato al padre naturale ed ex compagno piuttosto che chiamare i soccorsi, tanto più che, già madre di due figli, non poteva non sapere i rischi ai quali avrebbe sottoposto il piccolo.
L’ex compagno con il quale la donna ha già una figlia, inscenò l’abbandono e il ritrovamento del piccolo che venne soccorso e portato in ospedale in condizioni critiche. Si riprese in fretta e venne affidato ad una famiglia non della provincia di Ragusa.
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