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Neonato morì nel Ragusano: arrestata la madre per abbandono di minore

La donna aveva dichiarato di aver trovato morto il proprio bambino ma qualcosa nel suo racconto non aveva convinto gli inquirenti

È stata arrestata la donna, 36 anni, di origini romene che il 19 febbraio del 2019 recò al commissariato di Comiso dichiarando di avere trovato morto il proprio bambino. La donna è stata posta ai domiciliari per abbandono di minore. L’arresto è stato eseguito dalla Squadra Mobile di Ragusa e dal Commissariato di di Comiso, con la collaborazione del Servizio Centrale Operativo di Roma.

Qualcosa nel racconto della donna non aveva convinto gli inquirenti. La trentaseienne era andata in commissariato accompagnata da un uomo intorno alle 15 dicendo che al mattino, alle 11 circa, aveva trovato morto il figlio di circa 9 mesi. Perché aveva atteso tutto quel tempo, e non aveva chiamato i soccorsi? Scattarono le indagini. Madre di 6 figli, due rimasti in Romania e due in Tunisia, dalla famiglia del loro padre, alla donna era stata sottratta un’altra bambina, che viveva con lei assieme al fratellino. La piccola era stata immediatamente affidata a una struttura specializzata.

Già durante la prima ispezione cadaverica sul corpo del bimbo erano emersi degli elementi di dubbio sulle cause della morte, tanto da imporre degli approfondimenti scientifici. Il 23 febbraio del 2019 il medico legale Giulio Di Mizio dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, incaricato dalla Procura di Ragusa effettuò l’autopsia sul corpo del bimbo, la cui salma era stata trasferita a Catania per potere svolgere gli approfondimenti. Il bambino soffriva di alcune patologie. In base a quanto accertato dagli inquirenti, sin dalla nascita “era stato lasciato dalla madre in totale stato di abbandono, privato di qualsiasi assistenza sanitaria e specialistica, anche di fronte ad un episodio di frattura del braccino a seguito di una caduta accidentale dalla culla e di una polmonite. L’atteggiamento omissivo della donna, nonostante i diversi tentativi di familiari e conoscenti a far visitare il piccolo, comprometteva il suo stato di salute tanto da provocarne la morte”.


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