Medico sospeso per un anno. I carabinieri del Nas di Ragusa hanno eseguito la misura interdittiva emessa da tribunale di Catania a carico di uno specialista in fisiatria e reumatologia, già dirigente medico dell’Asp, oggi medico libero professionista, nell’ambito di un’attività anti-corruzione nel comparto sanitario. Le indagini, iniziate nel 2019, coordinate dalla procura di Ragusa e svolte dal Nas con intercettazioni telefoniche, ambientali e video, servizi di osservazione, hanno visto visto coinvolti lo specialista e altri sette professionisti dello stesso settore, anch’essi indagati.
Già il 26 maggio 2021 era stato eseguito, nei confronti del medico, il sequestro della somma di 3.476 euro in forza della sentenza della Cassazione che aveva accolto l’appello del pm contro il provvedimento di rigetto del gip prima e del Tribunale del Riesame dopo. Secondo quanto emerso il fisiatra ha consentito e avallato le prescrizioni di ausili ortopedici da persone senza titolo abilitante, attestando falsamente di avere personalmente redatto la documentazione finalizzata ad ottenere il rimborso da parte del Ssr.
Il professionista avrebbe inoltre ricevuto denaro corrispostogli per il pagamento del ticket sanitario da vari pazienti, mai versato alla propria amministrazione per prestazioni sanitarie comunque mai avvenute; inviato pazienti, visitati presso il poliambulatorio dell’Asp, anche affetti da gravi difficoltà deambulatorie, presso un’officina ortopedica, per effettuare a pagamento esami posturali (spinometria con tecnologia formetric); nonché facilitato la prescrizione di presidi ortopedici, redigendole falsamente, insieme un altro indagato, in assenza del paziente, a cui attribuivano patologie che facilitassero il rimborso da parte del Ssr, ricevendo, in cambio, somme di denaro; rescritto, nell’ambito dell’attività pubblica, infiltrazioni a base di acido ialuronico indicando ai pazienti di acquistare il presidio direttamente da uno specifico informatore scientifico, ricevendo in cambio somme di denaro come compenso per l’intermediazione; dirottato pazienti, visitati presso la struttura pubblica, verso il proprio studio libero professionale dove esercitava in regime di extramoenia; abbandonato il posto di lavoro per lunghi periodi della giornata lavorativa sebbene, dalle timbrature, risultasse regolarmente in servizio.
Il Tribunale del Riesame di Catania, valutata “la personalità e pericolosità sociale, sintomatica dell’abitualità a delinquere e dell’assenza di remore, per aver dimostrato con la sua condotta spregio della professione medica avidità e spregiudicatezza verso i pazienti nel corso di anni di attività pubblica e privata, permanendo il pericolo concreto e attuale che lo stesso possa reiterare, grazie alla sua professione, anche in concorso con terzi, reati della stessa specie di quelli contestati”, ha accolto l’appello e ha disposto la sospensione dell’esercizio della professione per la durata di 12 mesi, decisione divenuta esecutiva a seguito del rigetto, da parte della Suprema Corte di Cassazione, del ricorso presentato dalla difesa del medico.
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