Sei candidati per la corsa a sindaco di Palermo, e 18 liste per un esercito di oltre 700 aspiranti consiglieri. Questi i numeri delle liste elettorali, in vista della prossime amministrative a Palermo che si terranno il 12 giugno, presentate oggi.
La sfida principale, in realtà, si gioca tra i candidati delle forze progressiste e del centrodestra. Quest’ultimo schiera l’ex rettore Roberto Lagalla e corre con nove liste: due civiche del candidato, Lavoriamo per Palermo e Moderati per Lagalla sindaco, e sette politiche (Udc, Forza Italia, Prima l’Italia, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia di Saverio Romano, Dc Nuova e Alleanza per Palermo). I progressisti sono in campo con Franco Miceli, architetto, ex componente di una delle prime giunte guidate da Leoluca Orlando negli anni ’90. le lsie che lo appoggiano sono: Pd, M5S e Sinistra civica ecologista, e la lista civica Progetto Palermo.
L’unità del centrodestra intorno a Lagalla è stata raggiunta a fatica, ma adesso sembra funzionare sebbene sul destino della coalizione in Sicilia continui a pesare lo scontro tra il coordinatore di Forza Italia e presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, e il presidente della Regione, Nello Musumeci. Ne ha fatto le spese, di recente, la legge finanziaria, che ha visto una sostanziale liquefazione della maggioranza. La partita delle Comunali, inoltre, si incrocia con quella della presidenza della Regione, che vedrà la Sicilia andare al voto in autunno: Musumeci è deciso a ricandidarsi, con l’appoggio convinto di Giorgia Meloni, prima leader di partito (se si eccettua Lorenzo Cesa segretario dell’Udc, di cui è espressione Lagalla) a puntare per la guida del capoluogo siciliano su un moderato come l’ex rettore e a giocare una gara di resistenza in cui, alla fine, quello che era il candidato di Forza Italia, Francesco Cascio, ha dovuto tirar giù i manifesti elettorali affissi per le strade di Palermo, fermare le stampe dei ‘santini’ in tipografia e ritirarsi in favore di Lagalla.
Ciascun partito della coalizione tirerà le somme alla fine del voto per le comunali, misurerà il proprio peso elettorale e quello degli alleati e affilerà le armi per il nuovo scontro. Per il momento, la coalizione punta decisa su Lagalla, che però, negli ultimi giorni ha dovuto in qualche modo spiegare la presenza alle proprie spalle di due figure ingombranti, la cui ombra, nei giorni che si avvicinano al Trentennale della Strage di Capaci, è stata sottolineata da Alfredo Morvillo e Maria Falcone. Il fratello di Francesca Morvillo e la sorella di Giovanni Falcone, hanno invitato l’ex rettore a rifiutare il sostegno di due condannati per mafia: l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri.
Il ritardo del centrodestra nella ricerca dell’unità interna avrebbe potuto diventare un vantaggio per il centrosinistra, ma il candidato sindaco Franco Miceli non sembra averne approfittato. Il presidente del Consiglio nazionale degli Architetti può contare sull’appoggio di quattro liste. C’è, però, un convitato di pietra: Leoluca Orlando. Il sindaco di Palermo non sembra aver gradito una scelta che tende a ridimensionare la sua eredità, o, meglio, quella che lui stesso ha definito negli ultimi anni la “visione” del futuro di Palermo, che sembra aver perso, però, la spinta propulsiva: le montagne di rifiuti, le bare accatastate al Cimitero dei Rotoli, le condizioni disastrose del ponte Corleone, struttura viaria cruciale della città, le occasioni perdute di investimenti di multinazionali hanno incarnato concretamente il caos amministrativo in cui sono finite la giunta Orlando e la macchina comunale, in un gioco complessivo allo sfascio a cui non si è sottratto il consiglio comunale, più attento a mettere all’angolo Orlando che contribuire a risolvere i problemi della città.
Oltre a Lagalla e Miceli, corrono l’eterno sfidante, Fabrizio Ferrandelli, sostenuto da Azione con Calenda e +Europa e due liste civiche (Tu splendi Palermo e Rompi il sistema), e tre outsider: Francesca Donato con la lista Rinascita per Palermo; Rita Barbera con due liste (Rita Barbera sindaca e Potere al popolo), e Ciro Lomonte.
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