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Fake news, ampia partecipazione per il Covegno dell’Università di Palermo. “Gli algoritmi possono fornire un aiuto ai cittadini”

L'evento ha rappresentato l'atto conclusivo di un progetto che vede impegnato l'ateneo da due anni, nel ruolo di partner scientifico di un progetto pubblico privato, con l'intento di sviluppare difese contro la disinformazione

Un passo importante per l’approccio a un problema estremamente ampio”. È con queste parole che questa mattina si è aperto il convegno Fake News, organizzato nell’aula magna del dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo. L’evento ha rappresentato l’atto conclusivo di un progetto che vede impegnato l’ateneo da due anni, nel ruolo di partner scientifico di un progetto pubblico privato, finanziato dall’Unione Europea, con l’intento di sviluppare difese contro la disinformazione. Ovvero una delle principali minacce che deve fronteggiare oggi la democrazia in tutto il mondo. Per farlo, i proponenti, che hanno avuto in It Hub – società editrice di Blasting News – il soggetto capofila, hanno lavorato a un algoritmo capace di intercettare le notizie potenzialmente false. “Non è la soluzione definitiva, trattandosi di un problema complesso con mille sfaccettatura ma sicuramente un contributo al servizio dell’informazione – ha commentato Francesco Molinari, consulente di It Hub -. Per la nostra azienda ha rappresentato anche un elemento di rafforzamento della posizione sul mercato e anche di questo siamo grati per come si sono svolti i lavori”.

Ad allenare l’algoritmo ha contribuito la serie di iniziative condotte dall’Università di Palermo. “Un percorso che è durato circa due anni e che è stato articolato in sei fasi – ha spiegato il professore Ferdinando Trapani –. L’ultima ha visto lo svoglimento di cinque Electronic Town Meeting, eventi on line su tematiche che maggiormente risentono della disinformazione dove i protagonisti sono stati gli studenti che, con il contributo degli esperti, hanno ragionato su come andrebbe veicolata una notizia. Un modo – ha concluso Trapani – per affinare i dispositivi concettuali utilizzati dalla macchina”.

Il convegno, che si è svolto dalla mattina al pomeriggio, ha registrato gli interventi di docenti delle università di Palermo, Messina, Catania ed Enna e si è concluso con un tavolo di discussione ampiamente partecipato. Tra i temi affrontati ci sono stati lo stato dell’informazione a livello globale e locale, le influenze delle fake news sulla democrazia, il ruolo delle istituzioni europee e il rapporto con le piattaforme, considerazioni su blockchain e data visualization al tempo della postverità.

Per info sul progetto: www.progettofakenews.it

Diciamolo subito, non è la soluzione, perché è un problema complesso, ma è un passo importante non solo per l’approccio a un problema estremamente ampio e con mille sfaccettature, ma è anche per la nostra azienda un elemento di rafforzamento per la posizione competitiva nel mercato. Un pezzo di questa storia l’abbiamo vissuta in Sicilia, un progetto taglieggiati dal Covid, perché nessuna comunicazione online può sostituire quella faccia a faccia, ma siamo molto grati per come si sono svolti i lavori”. Francesco Molinari di It Hub Srl, editrice di Blasting News

“Un percorso che è durato circa due anni, articolato in sei fasi e questa è la fase di diffusione del progetto. L’università di Palermo aveva la fase di test dei criteri da affidare per la costruzione dell’algoritmo, che si è conclusa intorno a dicembre del 2020, poi intorno al 2021 si è capito come impostare la fase di collaudo dell’algoritmo e infine oggi raccogliamo gli esiti della diffusione che abbiamo fatto attraverso cinque Town meeting su temi che si sono rivelati rilevanti all’interno del fenomeno delle fake news. Il progetto era basato sulla produzione di un flusso di articoli. Alla fine abbiamo capito che questa impostazione non era sufficiente per educare la macchina alle fake news, abbiamo quindi ribaltato la prospettiva ragionano invece sugli argomenti delle fake news e quindi abbiamo utilizzato gli studenti e altri settori per vedere come andrebbe veicolata una notizia individuando gli argomenti più sensibili alle fake news”. Ferdinando Trapani


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