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Flop del concorsone per i Centri per l’Impiego: “risultato annunciato”. L’assessore: “preselezione prevista da legge Brunetta”

Gli idonei sarebbero soltanto circa 200, insufficienti a coprire i 537 posti messi a bando

Flop del concorsone della Regione Siciliana per i Centri per l’Impiego: erano 57.762, sono rimasti in circa 200, ma dovrebbero essere almeno 537.

Un risultato annunciato – dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Roberta Schillaci che ha depositato un’interrogazione alla Regione Siciliana per avere dei chiarimenti sulle modalità di elaborazione del concorso sui Centri per l’Impiego – Da mesi incalzo la Regione attraverso richieste di audizioni e interrogazioni ad emanare i bandi, da quando cioè il Governo aveva trasferito le somme alle regioni per effettuare i concorsi. Morale, abbiamo speso tantissimi soldi pubblici per bandire un concorso in ritardo e che lascia fuori tantissime persone. Chiederemo l’adozione di misure idonee per assicurare sia le esigenze di economicità, efficacia ed efficienza dell’azione pubblica, che le legittime aspettative di un numero cospicuo di possibili lavoratori. C’è una grossa speculazione politica contro il reddito di cittadinanza ma se le Regioni, come la Sicilia, non svolgono il loro lavoro, implementando i centri per l’impiego, non è certamente colpa del Cinquestelle se il sistema non funziona. Con la nostra interrogazione, vogliamo conoscere soprattutto i criteri adottati, dato che al momento l’esito delle prove lascia fuori tantissime persone e quindi non copre i posti per i quali era stato bandito lo stesso concorso. La Regione Siciliana si dimostra ancora una volta incapace e sprecona dato che non solo ha bandito in ritardo il concorso, ma ha pure complicato le cose da lasciare fuori centinaia di persone dai posti necessari a coprire i ruoli banditi”.

Interrogazione all’Ars del gruppo di Attiva Sicilia sul flop del concorso ai centri per l’impiego riservato alla categoria D (laureati). “Nell’interrogazione – spiega Angela Foti, vicepresidente dell’Ars e deputata regionale di Attiva Sicilia – chiediamo che per coprire i posti rimasti si possa utilizzare la graduatoria di idonei del concorso in categoria D per il ricambio generazionale dell’Amministrazione regionale, in particolare quelli con profili amministrativi affini. La giurisprudenza sul punto è chiara e prima di pensare all’indizione di un nuovo bando si dovrebbe attingere da ciò che esiste già, trattandosi di bandi della medesima categoria e, per di più, indetti dalla stessa Pubblica amministrazione. Fra l’altro il flop è stato per certi versi aiutato dalla particolare procedura del concorso a causa di una sorta di sbarramento per titoli per l’accesso alla prova scritta. Di solito, invece, i concorsi prevedono una prova scritta aperta a tutti coloro che hanno i requisiti e successivamente una graduatoria nella quale si valutano anche i titoli. Ciò ha precluso ai tanti iscritti al concorso la partecipazione allo scritto, diversamente da quanto avvenuto per il concorso per i Dipartimenti regionali. Intere generazioni sono state tenute fuori dalla possibilità di accedere al pubblico impiego e adesso la macchina amministrativa, con un organico ridotto all’osso, ne piange le conseguenze, facendo venir meno il buon andamento che la Pubblica amministrazione deve ai cittadini. Per questo serve una decisione anche urgente che permetta di trovare una soluzione celere e meritocratica a questo flop”.

Replica l’assessore regionale alla Funzione Pubblica, Marco Zambuto: “Attendiamo dati ufficiali prima di adottare misure adeguate nel rispetto della normativa in materia. Va precisato che la Regione ha applicato le disposizioni vigenti, la legge di riforma Brunetta che regola i concorsi e che per i profili di alta specializzazione prevede una preselezione a monte dei titoli. Non abbiamo ancora i dati ufficiali perché è attualmente in corso il lavoro delle Commissioni giudicatrici. Da informazioni acquisite, per alcuni dei posti destinati ai laureati, sappiamo però che gli idonei sarebbero in numero inferiore rispetto a quelli messi a concorso”.


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