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La Cassazione annulla con rinvio il “no” al risarcimento a Bruno Contrada

La Suprema corte aveva fatto un primo annullamento con rinvio e proprio nel secondo giudizio di appello era stato negato il risarcimento a Contrada

La terza sezione della Cassazione, accogliendo il ricorso dell’avvocato Stefano Giordano, ha annullato con rinvio l’ordinanza con la quale la Corte di appello di Palermo aveva rigettato la domanda di riparazione per ingiusta detenzione proposta da Bruno Contrada. In un primo giudizio risarcitorio Contrada, che oggi ha 90 anni, aveva ottenuto poco meno di 700mila euro; la Suprema corte aveva fatto un primo annullamento con rinvio e proprio nel secondo giudizio di appello era stato negato il risarcimento a Contrada.

L’ex numero tre del Sisde era stato condannato a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, con una sentenza definitiva ma poi dichiarata ineseguibile, a seguito di una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, recepita dalla nostra Cassazione.

“Aspettiamo il deposito delle motivazioni per meglio comprendere la portata del provvedimento – dice l’avvocato Giordano -. Quel che è certo è che la Corte di Cassazione si è rifiutata di ratificare la decisione ingiusta e convenzionalmente illegale dei giudici di Palermo, che non avevano preso minimamente in considerazione le nostre difese e il diritto Cedu, neppure per confutarli. Rimane obiettivamente sempre meno margine, con questo provvedimento, per coloro che si ostinano a non attuare la Convenzione e a fare finta che la sentenza della Corte europea su Contrada non sia mai esistita. Adesso puntiamo a che il risarcimento a favore del dottor Contrada venga riconosciuto nei tempi più brevi, considerati l’età e lo stato di salute dello stesso”.


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