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La Uil chiede alla Regione di vietare il lavoro agricolo nelle ore di caldo estremo

È l’appello-denuncia lanciato dall’Esecutivo regionale della Uila Sicilia, riunito oggi in videoconferenza dal segretario generale Nino Marino

“Oltre i 30 gradi, tassi di umidità superiori del 50 per cento, gli operai agricoli rischiano la vita nei campi e nelle serre. Nelle ore di punta, nelle ultime settimane, quei valori sono stati e sono puntualmente superati. A datori di lavoro e Regione chiediamo di intervenire. Subito! Per una volta, non si attenda l’irreparabile. Niente scuse, niente lacrime di coccodrillo”. È l’appello-denuncia lanciato dall’Esecutivo regionale della Uila Sicilia, riunito oggi in videoconferenza dal segretario generale Nino Marino. “Le attività con maggiore fatica fisica – precisa il sindacato – vanno programmate in orari mattutini e preserali. All’interno delle serre, poi, devono essere concesse soste ripetute ai braccianti nelle ore più calde. Siano garantite zone ombreggiate e pause di almeno un quarto d’ora ogni ora”.

Nino Marino e gli altri esponenti sindacali “chiamano in causa” anche il governo regionale: “Proponiamo semplicemente che il presidente Nello Musumeci faccia suo il provvedimento assunto per il secondo anno consecutivo dal collega, governatore della Puglia, Michele Emiliano. Ci riferiamo all’ordinanza 258, che mettiamo a disposizione degli uffici della Regione Sicilia e che fa specifico riferimento all’attività lavorativa nel settore agricolo svolta in condizioni di esposizione prolungata al sole. La disposizione vieta che i braccianti siano chiamati a ogni tipo di prestazione in condizioni di esposizione prolungata al sole e, comunque, dalle 12.30 alle 16 fino al 31 agosto ma solo in quelle date in cui i bollettini meteo definiscono alto il pericolo di ondate di calore. Non ci sembra di chiedere troppo. Attendiamo riscontro, con cortese urgenza”.


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