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Palermo, in 200 mila alla notte di Santa Rosalia

Dietro alla santa, in questa edizione numero 398, ci sono medici infermieri, volontari della protezione civile, vigili del fuoco: gli eroi del Covid, insomma

Duecentomila per la notte della Santuzza a Palermo. Il carro trionfale di Santa Rosalia ha percorso il Cassaro, il suggestivo tragitto tra Porta Nuova e Porta Felice, davanti al mare, tra ali di folla, come non accadeva – e non poteva accadere per via delle restrizioni da pandemia – da due anni. Ed è sembrato che il Covid non ci fosse mai stato o che comunque non ci fosse più. Nonostante le raccomandazioni della Chiesa palermitana e del Comune, il popolo dell’amata patrona in gran parte era senza mascherina.

La vergine eremita che liberò la città dalla peste nel 1600 e rotti, può ben proteggere i suoi amati palermitani dal corona-virus, è stato il pensiero di tanti.

“Rosalia ci protegge”, erano le parole urlate da molti venuti fiduciosi e allegri con frotte di bambini, davanti, dietro e ai lati del carro, a condividere, assiepati come api impazzite, poche decine di centimetri di asfalto o basolato durante la marcia festosa di fedeli, affezionati, curiosi e turisti di ogni parte del mondo.

Dietro alla santa, in questa edizione numero 398, ci sono medici infermieri, volontari della protezione civile, vigili del fuoco: gli eroi del Covid, insomma.

Fino al triplice grido, intorno alle 22, ai Quattro Canti, strabiliante cuore della città, che richiederebbe un di più di cura: “Viva Palermo e Santa Rosalia”, questa volta però, per volontà di Roberto Lagalla, urlato non solo dal sindaco: prima di lui il presidente dell’Ordine dei medici Toti Amato e l’infermiera Giulia Citarrella che vaccinava gli ultimi tra gli ultimi e gli invisibili di questo nemico invisibile, che resta tale e non è stato ancora debellato.

La folla infine si dirige verso il Foro Italico, verso il mare, da dove il 7 maggio 1624 giunse la peste, da Tunisi, attraverso il ‘vascello della redenzione dei cattivi’ (riscatto dei cristiani prigionieri degli infedeli). Il miracolo però lo fece Rosalia. E il suo popolo da allora non ha smesso di chiedergliene. Segno di una fiducia e di una speranza irriducibili, nonostante tutto: che sia questo il miracolo più grande? Viva Palermo e Santa Rosalia.


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