Sarà un gup a fissare una nuova udienza preliminare per valutare il rinvio a giudizio per omicidio colposo per avere provocato la morte di un paziente per un batterio contratto in ospedale.
Il gip del tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha respinto la richiesta di archiviazione della procura e disposto l’imputazione coatta del direttore sanitario dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, Antonello Seminerio, e dell’allora primario di Medicina, Giuseppe D’Anna.
L’ottantunenne Carmelo Cimino si presentò al pronto soccorso insieme al figlio, il 2 settembre del 2015. L’anziano aveva gravi patologie pregresse, fra cui una cardiopatia e gli esiti di un infarto acuto del miocardio.
Il figlio lo aveva portato in ospedale perché era sorto uno stato confusionale e un disorientamento. Cimino viene trasferito in Medicina, le sue condizioni continuano ad aggravarsi.
Il 19 settembre gli viene inserito un sondino naso gastrico per consentirgli di alimentarsi. Nei giorni successivi l’ulteriore peggioramento: la Tac al torace evidenzia un’infezione da germi in corso. Il 22 ottobre la morte.
Dopo la denuncia dei familiari, partono le indagini che si concentrano subito sull’origine dell’infezione. La vicenda ha già portato a processo il direttore sanitario Antonello Seminerio con l’accusa di omissione di atti di ufficio per la mancata sanificazione – obbligatoria per legge – dei locali ospedalieri e la mancata attivazione del “comitato operativo di prevenzione in materia di infezione”.
Per lo stesso Seminerio e altri due medici, la neurologa Rosa Maria Gaglio e D’Anna, la Procura ha chiesto per due volte l’archiviazione in una indagine per omicidio colposo ma i familiari, attraverso il loro difensori, gli avvocati Daniela Ciancimino e Luigi Ventriglia, si sono opposti. Per la neurologa è stata disposta l’archiviazione.
Per Seminerio e D’Anna, adesso, il gip ha ordinato al pm di chiedere il rinvio a giudizio. Diversi i profili di responsabilità. Per quanto riguarda Seminerio, secondo il gip, la mancata attivazione del comitato avrebbe provocato la morte e, quindi, si configura l’omicidio colposo. D’Anna, invece, secondo quanto scrive il gip nel provvedimento, non avrebbe approntato una terapia adeguata dopo l’insorgere dei sintomi dell’infezione ospedaliera.
Il gip, peraltro, sottolinea che altri tre compagni di camera di Cimino, secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, sono deceduti per la stessa infezione.
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