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Caro bollette, imprese e sindacati mobilitati: “Fermiamo la Sicilia”

Confcommercio lancia l'allarme: "torna lo spettro dell’usura"

“Nessun credito erogato da parte delle banche. E, a causa del caro bollette, lo spettro dell’usura può diventare sempre più concreto. Chi non vuole chiudere, neppure temporaneamente, che fa? Si rivolge agli strozzini. E l’aumento dei casi è destinato a crescere se non ci sarà un aiuto reale. Una situazione che sta diventando sempre più incresciosa con il trascorrere dei giorni e che rischia di mandare a gambe all’aria il tavolo della ripartenza che, ormai, piuttosto, è diventato la gabbia dell’insofferenza per le piccole e medie imprese”.

E’ il quadro che il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, ha dipinto agli alti funzionari di Bankitalia, Antonio Lo Nardo e Stefania Passiglia, durante l’annuale confronto tenutosi nella sede della federazione di categoria a Palermo. Il presidente Manenti ha consegnato una relazione sull’andamento economico delle imprese del settore chiarendo che le “criticità determinate dal caro energia e dalle difficoltà delle imprese nell’accesso al credito per sopperire ai pagamenti delle bollette, anche rateizzate, sta causando uno sconquasso sociale senza precedenti, molto peggio della pandemia. Anche perché, adesso – ha continuato Manenti – per quanto riguarda alcuni operatori di determinati settori ci confrontiamo con un periodo che non è più di alta stagione e quindi diventa complesso individuare la liquidità necessaria. Quindi, cresce la criminalità, e lo abbiamo detto facendo riferimento all’usura, ma anche il fenomeno dei furti è da prendere in considerazione venendo meno la videosorveglianza. Abbiamo poi evidenziato che dal 2019 il costo della luce è maggiorato di sei volte. E che, ovviamente, l’ostacolo rischia di diventare insormontabile per alcune imprese costrette a chiudere i battenti senza neppure poterci pensare una volta”.

E dire che, come si evince dalla relazione, è stata osservata una crescita che lasciava ben sperare. I dati congiunturali più recenti, riferiti al primo trimestre dell’anno in corso, confermano la tendenza espansiva osservata nel 2020. Al 31 marzo le imprese attive contano 376.031 unità, in crescita del 2,2% sullo stesso trimestre del 2020, osservabile in tutti i settori produttivi.

Nel dettaglio e per ordine di rilevanza, le imprese attive nei Servizi risultano aumentate del 2,6%, in Agricoltura dell’1,0%, nelle Costruzioni del 3,3% e nel settore manifatturiero dello 0,6%.

A motivo delle maggiori difficoltà suscitate dalla pandemia, però si è intensificato in Sicilia il ricorso al “Reddito di cittadinanza” e alla “Pensione di cittadinanza”: sono stati in regione 44.800, saliti a circa 52.000 a seguito dell’estensione della misura prevista dal Dl 104/2020 (decreto “agosto”) e dal Dl 137/2020 (decreto “ristori”). Oltre agli interventi di Cig, che sono stati potenziati a partire da marzo del 2020, si sono attivati anche in Sicilia i “Fondi di solidarietà”, per un totale di 48 milioni di ore, in maggioranza erogati ad alberghi, pubblici servizi e attività varie (professionisti, artisti, ecc.), consentendo di coprire con ammortizzatori anche le aziende non rientranti nella normativa sull’integrazione salariale. Nel settore del Turismo, le presenze, nel 2020, fanno registrare -56,2% rispetto al 2019 mentre nei primi nove mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020 si registra un +27,1%.

“C’è molto, ovviamente, su cui lavorare – ha detto Manenti ai rappresentanti di BankItalia – ed ecco perché riteniamo che le risorse che saranno investite attraverso la realizzazione del Pnrr hanno in larga misura l’obiettivo di modificare questo stato di cose, rendendo la nostra regione strutturalmente più dinamica rispetto al passato, tanto in termini assoluti quanto in termini relativi: in altre parole si vuole ridurre non solo il divario nei livelli delle principali variabili quanto, soprattutto, lo scarto tra i loro tassi di crescita, nel confronto tra il Sud e il resto dell’Italia. È questo quello che, come Confcommercio Sicilia, chiediamo possa essere realizzato”.

Prima l’incontro di Confcommercio con i funzionari di Bankitalia per relazionare sulla situazione economica siciliana e sugli effetti della crisi energetica, per rilanciare l’esigenza di interventi immediati e strutturali. Adesso la grande mobilitazione – per cominciare su una piazza virtuale, in videoconferenza – delle associazioni di categoria, da Confesercenti a Confartigianato, da Confindustria ai sindacati Cgil, Cisl e Uil.

“Siamo sul fronte per una battaglia da affrontare in modo deciso”, avverte il presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, “le imprese non possono aspettare”.

Nei prossimi mesi, spiega, “la maggior parte delle imprese e decine di migliaia di famiglie della nostra Isola, così come accade in tutta Italia, saranno costrette a fare i conti con gli aumenti delle bollette di luce e gas e con i prezzi dei generi alimentari in continua ascesa, rincarati in media già più del 10,5% nelle ultime rilevazioni. Siamo pronti a fermare per un giorno intero la Sicilia”.

Le misure finora adottate, sottolinea Manenti, “si sono rivelate insufficienti a fronteggiare una situazione che appare in peggioramento; e alcune evidenziano problemi di attuazione da correggere urgentemente, come la tassazione dei superprofitti delle imprese produttrici e fornitrici di beni energetici, mentre resta sullo sfondo il piano di emergenza energetica per il prossimo inverno, con ipotesi di razionamento del gas malgrado le direttive sul risparmio dei consumi energetici”.

Così ecco la mobilitazione che conoscerà una escalation di iniziative “che coinvolgerà tutte le categorie artigianali, commercio, agricoltura e industria. Intendiamo dare un segnale forte. Magari fermando per un giorno intero la Sicilia”.

“Siamo pronti – interviene Vittorio Messina, presidente di Confesercenti Sicilia – a mettere ancora una volta a disposizione il patrimonio della nostra esperienza e conoscenza con relative elaborazioni ed analisi per potere contribuire a un modello di sviluppo sostenibile, a una irrinunciabile transizione energetica, a un piano di digitalizzazione che coinvolga il pubblico e il privato”.

Gli operatori economici sono già scesi in piazza a Bagheria. “La situazione ci coinvolge tutti, c’è un problema di gas, metano, luce medicine, materie prime, i costi aumentano e aumentano per tutti”, dice il sindaco di Filippo Maria Tripoli alla manifestazione di protesta contro il caro bollette che ha visto la partecipazione di tanti cittadini e numerose delegazioni di commercianti provenienti dai Comuni limitrofi incluso il capoluogo. Presenti anche il sindaco di Altavilla Milicia Pino Virga e quello di Castelbuono Mario Cicero. I commercianti hanno simbolicamente consegnato al primo cittadino le bollette raddoppiate e triplicate.

“Chiederemo un confronto immediato e risolutivo sulla crisi dell’energia”, riprende il leader di Confcommercio Sicilia, Mantenti: “La crisi avanza e tante imprese rischiano di finire nelle mani degli usurai. Non è possibile attendere oltre. Più giorni passano, più attività imprenditoriali si perdono. E non lo possiamo consentire”.

Le famiglie sono costrette a intaccare i propri risparmi per affrontare il caro-prezzi e riuscire a fare acquisti. Lo afferma il Codacons, commentando i dati dell’Istat sul secondo trimestre del 2022.

Il prof. Francesco Tanasi docente dell’Università San Raffaele Roma spiega che “I numeri dell’Istat evidenziano come gli italiani abbiano ridotto la propensione al risparmio (-2,3%) per colmare la perdita di potere d’acquisto determinata dall’aumento dei prezzi al dettaglio. Dati che tuttavia sono destinati a scontrarsi con il nuovo quadro degli ultimi mesi del 2022, caratterizzato da una inflazione alle stelle e da fortissimi rialzi delle bollette di luce e gas.

Questo significa – continua il professore- che rispetto al secondo trimestre, consumi, potere d’acquisto e ricchezza delle famiglie crolleranno negli ultimi mesi del 2022, con effetti economici e sociali enormi. Una emergenza che il prossimo Governo dovrà affrontare abbandonando la fallimentare strada dei bonus a pioggia e ricorrendo a misure strutturali in grado di abbattere prezzi e tariffe in modo stabile e duraturo”- conclude Tanasi


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