fbpx

In tendenza

Sistema Montante, teste al maxi processo: “dossier per delegittimare l’ex paladino”

Il dossier trasmesso alla procura, conteneva anche delle intercettazioni telefoniche in cui emergevano dei contatti tra Cortese, Giarratano e Di Vincenzo

Rosalba Ferraro, segretario generale facente funzioni della Camera di Commercio di Caltanissetta, il 6 settembre 2012 consegnò al tenente colonnello Letterio Romeo, una busta contenente una lettera, nella quale si parlava di attività illecite poste in essere da Pasquale Tornatore, a dire di alcune persone legato a gruppi mafiosi e in particolare al noto costruttore di Vincenzo. Era un fatto del tutto irrituale che un segretario della camera di commercio presentasse una denuncia orale non alle forze dell’ordine ma direttamente alla Direzione Investigativa Antimafia”. Lo ha affermato Giandomenico Fenu, all’epoca in servizio alla Dia di Caltanissetta, deponendo al “maxi processo” sul Sistema Montante che si celebra a Caltanissetta con 30 imputati tra esponenti politici, ex assessori regionali, imprenditori e rappresentanti delle forze dell’ordine. “C’è una relazione – ha aggiunto il teste – del colonnello Romeo che diceva che la figlia del titolare del Torronificio Geraci conviveva con Shams Aldin Kill che a dire di Romeo sarebbe un pericoloso criminale, braccio armato di Pietro Di Vincenzo. Nel corso degli anni sono stati svolti una serie di accertamenti su una serie di soggetti in modo ripetitivo. Tra questi Tornatore, Pietro Di Vincenzo, Tullio Giarratana e Umberto Cortese. La Dia cominciò una serie di attività, tra le quali accertamenti bancari, finanziari, tributari, a volte anche autonome rispetto alla Procura, per indagare su queste persone”. Si tratta di persone che oggi sono parte civile nel processo  e che venivano considerati vicini all’imprenditore Pietro Di Vincenzo, allora ritenuto il nemico numero uno di Antonello Montante.

Nel 2011 un imprenditore di Serradifalco ed ex assessore provinciale, Salvatore Alaimo, avrebbe ricevuto un dossier per delegittimare l’ex paladino dell’antimafia Antonello Montante” ha riferito, invece, il luogotenente Giandomenico Fenu, all’epoca in servizio al centro operativo della Dia di Caltanissetta, deponendo nell’aula bunker del carcere nisseno. “Alaimo – ha spiegato il teste – ha comunicato di aver ricevuto il dossier da Giarratano e Cortese, uomini che lui definisce al servizio di Pietro Di Vincenzo. Successivamente questo dossier, composto da circa 300 fogli contenenti articoli stampa è stato trasmesso alla procura”. Nel 2019 la Dia di Caltanissetta, su delega della procura nissena, ha iniziato ad indagare sulle indagini a suo tempo svolte a carico di Pietro Di Vincenzo, Pasquale Tornatore, Umberto Cortese e Tullio Giarratano. Una delega, con la quale la Procura chiedeva di procedere con “delicatezza e riservatezza”, ha detto Fenu. Il dossier trasmesso alla procura, conteneva anche delle intercettazioni telefoniche in cui emergevano dei contatti tra Cortese, Giarratano e Di Vincenzo.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni