L’ex direttore del cimitero dei Rotoli, Cosimo De Roberto, è stato condannato a 4 anni e 10 mesi dal Gup di Palermo Lirio Conti: nel cimitero della vergogna, dove 1300 bare giacciono nei depositi in attesa di sepoltura, il dirigente comunale (assistito dagli avvocati Alessandro Campo e Giacomo Armetta) avrebbe intascato mazzette e altre utilità per creare canali preferenziali e ottenere tumulazioni celeri.
Il giudice, sempre col rito abbreviato, ha invece assolto gli altri sei imputati, i titolari di agenzie funebri Nunzio Trinca, Giulio Bonanno e Natale Roberto Catalano della San Michele (avvocati Giovanni Castronovo e Silvana Tortorici), il fioraio Rosolino Lo Cicero (con parentele nelle famiglie di mafia del quartiere Arenella, in cui sorge il camposanto), gli impiegati comunali Andrea Senapa, difeso dall’avvocato Guido Galipò, e Rodolfo Zanardi, assistito dall’avvocato Giuseppe Marcellino. L’accusa di corruzione, formulata dal pm Francesca Mazzocco, ha retto solo per De Roberto, che si era dimesso dopo un avviso di garanzia e poi era stato messo agli arresti domiciliari per un periodo.
Nell’inchiesta condotta dai carabinieri era emerso come ci fossero stati passaggi di denaro, piccole somme, dell’ordine di 800 euro, per evitare la sofferenza di vedere le bare dei propri cari marcire in attesa di essere tumulati. De Roberto ha sempre respinto le accuse. Nella misura della pena ha inciso anche l’accusa di peculato, per avere utilizzato il furgone del cimitero per il trasloco della figlia.
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