“Di fronte al silenzio dell’Italia e a causa dell’eccezionalità della situazione, la Ocean Viking è costretta a richiedere un Porto sicuro alla Francia”. Lo afferma Allessandro Posrro, presidente di Sos Mediterranee Italia.
“Si prevede – ha aggiunto – che la Ocean Viking arriverà nelle acque internazionali adiacenti alla Corsica il 10 novembre. Questa soluzione estrema è il risultato di un fallimento gravissimo e drammatico di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea e degli Stati associati, che non sono stati in grado di indicare un Porto sicuro alla nostra nave. Chiediamo che il Centro di coordinamento per la ricerca e il soccorso in mare francese trovi una soluzione immediata per i naufraghi a bordo della Ocean Viking”.
“La situazione a bordo della Ocean Viking – spiega Porro – ha raggiunto il limite. Siamo davanti a rischi gravissimi, compreso quello di incidenti mortali. Il benessere fisico e psicologico dei sopravvissuti e dell’equipaggio è precipitato, dopo quasi 20 giorni di stallo in mare. È un’emergenza umanitaria che esige una risposta immediata”.
I 234 naufraghi a bordo della nave hanno trascorso a bordo 18 giorni. “Negli ultimi giorni, e particolarmente nel corso delle ultime ore – prosegue Porro – il team medico di bordo ha riscontrato stati di fortissimo stress tra i naufraghi, con crescenti sintomi di ansia, depressione, insonnia e perdita dell’appetito. Dopo aver atteso così a lungo una risposta positiva alle molteplici richieste di un Porto sicuro, i naufraghi stanno perdendo le ultime speranze, nonostante l’esemplare resilienza che hanno dimostrato finora. Alcuni sopravvissuti hanno iniziato a manifestare l’intenzione di buttarsi in mare per la disperazione. Incidenti gravi possono verificarsi in qualsiasi momento, mettendo a rischio la sicurezza degli stessi naufraghi e del nostro equipaggio”.
La decisione di chiedere un porto alla Francia arriva dopo oltre 30 richieste “a tutti i Centri di Coordinamento del Soccorso Marittimo (Rcc) competenti“, ma senza ricevere risposta. “In un silenzio assordante la nave ha poi contattato, come previsto dal diritto marittimo, il centro di coordinamento più idoneo a fornire un Porto sicuro, ossia l’Italia. Ma il nuovo governo ha imposto un divieto discriminatorio, sebbene implicito perché mai comunicato alla nostra nave, all’ingresso della Ocean Viking nelle acque territoriali, così come a tutte le navi di ricerca e soccorso gestite dalle Ong. Questo ci ha costretti ad allargare ancora una volta le nostre richieste di assistenza per trovare un Porto sicuro ai centri di coordinamento più vicini: Grecia, Spagna e Francia”. “La consuetudine di privare i naufraghi di un Porto sicuro – conclude Xavier Lauth, Direttore delle operazioni di Sos Mediterranee – deve cessare. Chiediamo ancora una volta ai governi di lavorare, Stati membri dell’UE e Stati associati insieme alla Commissione Europea, per stabilire un meccanismo di sbarco prevedibile, in luoghi dove la sicurezza dei naufraghi non è più minacciata”.
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