Il funzionario della Protezione civile siciliana, Luigi De Luca, e l’imprenditore messinese Sebastiano Grillo non hanno risposto al Gip del Tribunale di Palermo, Paolo Magro, che li aveva fatti arrestare per corruzione e oggi ha confermato i domiciliari per entrambi. I difensori, gli avvocati Salvino Pantuso e Bartolomeo Romano, faranno ricordo al tribunale del riesame. I due indagati, come consentito dalla legge, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia, svolto nell’ambito dell’operazione Caramelle, condotta dalla Guardia di finanza sotto il coordinamento della Procura di Palermo.
Gli investigatori ipotizzano un giro di tangenti per accelerare i pagamenti dovuti a Grillo, aggiudicatario di alcuni lavori della Protezione civile svolti nelle province di Caltanissetta e Messina. Il nome del blitz è collegato al modo in cui, stando alle immagini riprese dalle telecamere piazzate dai finanzieri, Grillo avrebbe pagato le tangenti a De Luca, mettendole in pacchetti di caramelle. Gli accertamenti, dopo gli arresti e le perquisizioni, si sono allargati, perché nelle chat di WhatsApp, trovate nel cellulare dell’impiegato regionale, vi sono alcuni scambi di messaggi ritenuti sospetti da chi indaga: De Luca aveva infatti contatti con un paio di imprenditori catanesi, indagati per altre vicende dalla Procura di Catania.
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