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La paura, la corsa in ospedale, i ricoveri: ma il piccolo Nicolò ha vinto la battaglia

"Lo tenevo stretto a me, ero terrorizzata": la mamma racconta la storia del figlio nato prematuro

Un mese di vita, un mese di battaglie, un mese per aggrapparsi alla speranza di un futuro. Un mese per dire “io ci sono, io esisto”.

Un mese è l’età di Nicolò, un bimbo nato prematuro con una serie di problemi di salute: respiratori e cardiaci i più preoccupanti. I medici non pensavano che ce l’avrebbe fatta, eppure Nicolò ha superato qualsiasi previsione e aspettativa.

La sua ultima disavventura è arrivata sui giornali lo scorso 19 ottobre, quando il piccolo è stato trasportato a Catania in elisoccorso. Tutta la città di Priolo, il suo comune di origine, si è stretta attorno alla famiglia del piccolo.

L’intera città ha pregato per la salvezza di Nicolò, perchè lui riuscisse a sopravvivere. E alla fine quelle preghiere sono stato ascoltate: Nicolò adesso può tornare alla sua vita insieme con il fratellino gemello.

Eppure, la sua storia è molto più lunga e travagliata. A raccontarla è mamma Giusy: una donna giovane e piena di energia che con le sue parole vuole incoraggiare le altre mamme che stanno affrontando una situazione simile alla sua. Di seguito la sua testimonianza:

“Nicoló è nato lo scorso 19 ottobre alla 32esima settimana gestazionale da gravidanza gemellare all’ospedale Garibaldi Nesima di Catania. Pesava 2chili e 37o grammi.

Al suo quinto giorno di vita subisce un ecocardio di controllo dove purtroppo viene diagnosticato un sospetto di coartazione aortica il che significava che poteva subire un possibile intervento d’urgenza al cuoricino.

Immediatamente viene trasferito all’ospedale San Vincenzo di Taormina dove viene ricoverato per una settimana. In quei giorni gli vengono fatti molteplici ecocardi per tenere sotto controllo l’aorta. Miracolosamente la coartazione non avviene e il piccolo viene dimesso.

Lo portiamo a casa, mentre il gemellino è rimasto ricoverato al Nesima. Nicoló, però, aveva molta difficoltà ad alimentarsi col biberon così il giorno dopo i medici del Garibaldi Nesima decidono di ricoverarlo nuovamente per fargli imparare la suzione al biberon. Entrambi i fratellini restano ricoverati per altri 8 giorni e finalmente il 9 ottobre li portiamo a casa con grandissima gioia.

Giorno 13 Nicoló inizia a non mangiare bene e ad avere una respirazione anomala in quanto un po’ raffreddato. Io e il mio compagno lo portiamo in Pronto soccorso e giorno 14 viene nuovamente ricoverato al Garibaldi Nesima per sospetto bronchiolite. Dopo accurati esami viene escluso qualsiasi virus influenzale e finalmente il 17 ottobre torna a casa dalla sua big family.

Dopo giorni dopo, a un mese esatto dalla nascita, lo portiamo insieme al fratellino dal medico di famiglia per il controllo settimanale: era ancora raffreddato ma il medico non trova altro a parte il raffreddore alle vie aeree alte.

All’ora della poppata mi avvicino alle carrozzine con il biberon per mio figlio, ma quando ho visto Nicoló mi si è gelato il sangue: era bianco cera in tutto il corpo e iniziava a diventare nero.

L’ho preso subito in braccio, ho dato uno sguardo all addome ed era piatto. Spaventata ho chiamato il 118 urlando e spiegando la situazione in cui si trovava mio figlio.

Una dottoressa molto brava mi ha spiegato come fare la rianimazione al piccolo in preda alla paura di averlo perso per sempre. Ma mi faccio coraggio e appoggio il corpo di Nicoló sul tavolo e inizio le compressioni, come mi aveva detto la dottoressa per telefono. Dopo 5 minuti, Nicoló ricomincia a respirare. Male, ma respirava.

L’ambulanza e le forze dell’ordine sono arrivate dopo circa 12-15 minuti. Ci hanno portato alla raffineria di Priolo dove abbiamo trovato un elisoccorso ad attenderci per trasportarci a Catania.

Tenevo Nicoló in braccio, stretto a me, e pregavo.  Arrivati al Cannizzaro, Nicolò va un’altra volta in arresto cardiaco ma il medico lo rianima.

Io ero accanto a loro e mentre il medico a fatica cercava di rianimarlo io pregavo chiedendo al mio primo figlio, purtroppo nato morto 9 anni fa di lasciarlo a me, e di non portarlo con lui in cielo.

Nicolò, però, era in gravi condizioni: dai primi accertamenti, infatti, si erano visti dei focolai nei polmoni, segno di una broncopolmonite. Distrutti, io e mio marito andiamo a casa. Il giorno seguente torniamo in ospedale dal nostro Nicolò. I medici ci comunicano che il piccolo aveva anche un’infezione urinaria importante in corso. Le sue condizioni erano disperate e continuavano a peggiorare, tanto che poche ore dopo il bambino ha sviluppato anche la bronchiolite.

In quel momento le speranze che mio figlio sopravvivesse erano pari a nulla, ma lui sembrava lottare con tutte le sue forze per restare in vita. E ce l’ha fatta. Nicoló è tornato a casa dai suoi 5 fratellini il 4 novembre dopo aver superato alla grande le varie infezioni che avevano colpito il suo piccolo corpicino.

Lui è un vero guerriero miracolato e io non posso che ringraziare anche l’equipe dell’Utin neonatale dell’ospedale Cannizzaro. Tornati a casa Nicoló ha iniziato a brindare alla vita.

Questa è la storia di un neonato prematuro di un solo mese di vita. Grazie per avermi ascoltato e spero che questa sua breve, ma intensa storia, possa aiutare le mamme che non credono ai miracoli”.


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