Seicento euro di risarcimento a 558 utenti (334.800 euro in tutto) per aver pagato le bollette dell’acqua senza aver potuto usufruire del bene essenziale. “La sentenza conferma anche che se i consumatori si mettono insieme sono fortissimi”, spiega all’AGI l’avvocato Mario Intilisano, presidente del Comitato di Messina dell’unione nazionale consumatori, coordinatore dell’Unione italiana consumatori Sicilia, commentando la decisione con cui il Tribunale di Palermo ha accolto la class action per i disagi patiti dai cittadini per l’emergenza idrica che nell’ottobre 2015 ha colpito Messina rimasta per parecchi giorni senz’acqua.
È un giudizio di primo grado. Ma “dà ragione ai consumatori ed è anche una sentenza importante: in Italia finora sono state accolte in tutto sei class action – spiega all’AGI il legale – è uno strumento bellissimo ma farraginoso e costoso, tuttavia una volta accolta dà risultati importanti: le persone che hanno subito un danno non hanno speso nulla, abbiamo chiesto solo 5 euro a testa ed oggi saranno riconosciuti loro 600 euro di risarcimento danni”.
La vicenda risale all’ottobre 2015, quando un guasto alla condotta di Fiumefreddo all’altezza di Calatabiano a causa di frana non fece più arrivare acqua a Messina con grave disagio per i cittadini. La vicenda finì anche al centro dell’opinione pubblica nazionale grazie ad un intervento social di Fiorello. “La situazione a Messina, per la mancanza di acqua, era tragica – prosegue il legale – così in quei giorni abbiamo lanciato una class action perché l’Amam, la municipalizzata, nella carta dei servizi aveva garantito un sistema di interscambio delle fonti, quindi aveva garantito che in caso si fosse rotta una conduttura avrebbe sopperito con le altre, cosa che invece non aveva fatto”.
La Class Action fu avviata nel 2018: all’inizio fu dichiarata inammissibile ma in appello il ricorso fu accolto e rimandato davanti al tribunale che adesso è arrivato alla sentenza. “Il tribunale di Palermo – spiega l’avvocato Intilisano – ha emesso una sentenza molto lineare e corretta e ha detto che il sistema di interscambio delle fonti era garantito dalla carta dei servizi ma la garanzia non era stata mantenuta ed i consumatori avevano subito sia un danno patrimoniale perché avevano comprato l’acqua ad un prezzo maggiore in quei giorni sia non patrimoniale perché avevano sofferto per la mancanza di acqua. Ha previsto un risarcimento di 50 euro al giorno per i primi due giorni e 100 euro al giorno dal terzo giorno in poi. Sono 600 euro a testa per le 558 persone che hanno aderito”. Adesso anche altri cittadini chiedono il risarcimento: “Da ieri riceviamo telefonate da chi non ha aderito alla class action, stiamo valutando come fare per far ottenere un indennizzo”.
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