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Tariffe aeree. Cuffaro: “penalizzati, ma la pazienza dei siciliani ha un limite”

"Probabilmente occorre fare una seria riflessione e credo prendere serie iniziative per riequilibrare la situazione"

“Quousque tandem abutere, compagnie aeree, patientia nostra? Mentre sulla tratta Fiumicino Linate le compagnie aeree con tariffe super scontate tentano di recuperare le migliaia di passeggeri persi nel corso degli ultimi anni a favore del treno ad alta velocità, le tratte tra la Sicilia e Roma e Milano diventano le mucche da mungere per i vettori aerei con tariffe da capogiro”. Lo dichiara il commissario regionale della Dc, Totò Cuffaro.

“Notoriamente i collegamenti con la Sicilia sono ormai da tempo tra le più redditizie non solo a livello nazionale ma anche europeo (non solo la Catania/Roma è da record insidiata da vicino dalla Palermo/Roma) – conclude – Brutto destino quello dei passeggeri siciliani, sopratutto delle migliaia di giovani che affollano le Università nazionali, che, se non vogliono spendere un patrimonio per rientrare a casa per le Festività natalizie, sono costretti ad attraversare l’Italia in treno o in autobus. Comprendo che la ITA compagnia publica non debba produrre perdite ma è incomprensibile ed ingiusto che debbano essere i siciliani a pagarne il conto. Di contro, però, non si comprende come compagnie aeree dette low cost attingano ogni anno dalle società aeroportuali siciliane (Catania, Comiso, Palermo e Trapani) qualcosa come oltre 12 milioni di euro e che in alcuni casi arrivano fino a oltre 20, grazie ad alcune clausole premiali. Si dirà che questi contributi (etichettati come comarketing per promuovere le destinazioni) sono legati alla capacità di portare in Sicilia passeggeri, senza però considerare che, non appena c’è una richiesta maggiore da parte del mercato (come in questo periodo) le cosiddette low cost si trasformano in high cost con tariffe che in molti casi sono nettamente superiori a quelle praticate dalla compagnia di proprietà dello Stato. Probabilmente occorre fare una seria riflessione e credo prendere serie iniziative per riequilibrare la situazione affinché i siciliani non siano sempre penalizzati dalla condizione di insularità”.

“Vorrei rassicurare tutti sul fatto che i temi della marginalità geografica e dell’insularità rientrano nelle prerogative del mio Ministero e del mio lavoro quotidiano e a questi temi sto rivolgendo la stessa massima attenzione che rivolgo agli altri ambiti della mia delega, a partire dall’Autonomia – dichiara Roberto Calderoli, Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie -. Divari territoriali, marginalità geografica, perequazione infrastrutturale e Autonomia saranno affrontati contemporaneamente, nel contesto di un quadro armonico di interventi tesi a valorizzare l’efficienza amministrativa degli enti territoriali più prossimi al cittadino, a partire dalle Regioni che intendono misurarsi proprio con la richiesta di maggiore autonomia. Con riguardo alle isole minori mi sono confrontato nelle scorse settimane con i sindaci di Pantelleria, Lampedusa e Linosa, e ho annunciato loro che stiamo già lavorando a una legge quadro, per dare quelle risposte strutturali necessarie per lo sviluppo economico e sociale delle stesse isole minori, a garanzia dei fondamentali diritti di cittadinanza che non possono essere negati ai loro cittadini. A tal proposito riprenderò un disegno di legge approvato dal Senato nel 2018 e lo aggiornerò alla luce delle nuove emergenze e bisogni di queste realtà territoriali. Io non posso accettare che i diritti civili e sociali siano garantiti a tutti, su tutto il territorio nazionale, tranne che, per fare un esempio, a Lampedusa o a Pantelleria: quello è il punto di approdo finale del mio lavoro, perché l’autonomia differenziata per me non significa disparità ulteriori ma mettere alla pari tutte le Regioni e i diritti di tutti i cittadini. Chi pensa che con l’autonomia differenziata si aumenteranno le differenze e le sperequazioni tra le diverse aree del Paese sappia che con me ha sbagliato indirizzo: magari in maniera presuntuosa, ma io sono convinto che, se mi passate la citazione alla D’Azeglio, dopo aver fatto l’Italia ora si possano fare ‘le Regioni italiane e gli italiani’, tutti con gli stessi diritti e possibilità a prescindere dall’area geografica. Io lavoro per questo”.


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