La prima sezione della Corte d’appello di Palermo, presieduta da Adriana Piras, ha confermato la sentenza di assoluzione di primo grado, con la formula per non aver commesso il fatto, nei confronti di Patrizia Monterosso, ex segretario generale della Regione siciliana, accusata di peculato assieme all’ex dirigente della Formazione dell’epoca, Anna Rosa Corsello, oggi in pensione e giudicata a parte.
La vicenda è quella degli extrabudget relativi agli enti formativi convenzionati con la Regione. Monterosso, oggi direttore generale della Fondazione Federico II, difesa dall’avvocato Roberto Mangano, aveva scelto di essere giudicata con l’abbreviato ed era stata scagionata già in primo grado, dal Gup del Tribunale, Fabrizio Molinari, ma la sentenza era stata impugnata dalla Procura generale: il sostituto Emanuele Ravaglioli, nel giudizio di secondo grado, aveva chiesto la condanna dell’imputata a 2 anni e 8 mesi.
La difesa ha ricostruito gli extrabudget erogati agli enti di formazione e poi recuperati, poiché illegittimi, attraverso una procedura che secondo la pubblica accusa era stata ordita dai due alti dirigenti, Corsello e Monterosso. Lo scopo sarebbe stato quello di tenere l’ex segretario della Regione indenne dal giudizio erariale pendente alla Corte dei Conti. La tesi dell’accusa non è stata accolta dai giudici, che hanno confermato l’assoluzione.
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