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Schifani lancia la sfida privatizzazione degli aeroporti siciliani

Schifani ha ricordato che la regione è proprietaria dell'aeroporto di Trapani: "che produce perdite non indifferenti"

“Credo che la privatizzazione degli aeroporti in Sicilia sia una sfida che va realizzata e va vinta perché è l’unica regione che ha ancora degli aeroporti pubblici”. Lo ha detto  il presidente della Regione, Renato Schifani,  in occasione della conferenza a Palazzo d’Orleans per illustrare l’avvio della progettazione della cosiddetta “Pedemontana” di Palermo. “Ringrazio il sindaco di Palermo  che sostiene una tesi per la quale il governo si batterà – ha proseguito –. In tutta l’Italia si è seguita la via della privatizzazione, nella logica del rispetto della trasparenza, ormai è un sistema collaudato”. Schifani ha poi ricordato che la Regione “è proprietaria dell’aeroporto di Trapani che produce perdite non indifferenti. Credo sia giusto fare chiarezza nell’interesse dei cittadini. Non si capisce perché questo aeroporto debba rimanere pubblico e non agganciato in un possibile accorpamento con quello Palermo. Il 28 incontrerò a Catania  i vertici dell’Enac. Mi confronterò per discutere la situazione aeroportuale della Sicilia. So di trovare una persona competente per  andare avanti”, ha concluso.

Intanto il sindacato minaccia il blocco dei voli all’aeroporto di Palermo contro la proposta di privatizzazione avanzata dal governo regionale. “Il Governo Schifani – dice Gianluca Colombino della Legea Cisal, primo sindacato all’aeroporto Falcone-Borsellino – ha finalmente gettato la maschera: vogliono svendere la Gesap, società che gestisce l’aeroporto di Palermo, per salvare lo scalo di Trapani dalla voragine dei debiti causati dalla politica, mediante un accorpamento. Non consentiremo un’operazione fallimentare che penalizza un bene di proprietà dei lavoratori della collettività, aiutando solo qualche privato a comprare per un tozzo di pane una società pubblica che garantirebbe molto di più con una gestione improntata alla continuità e la contestuale quotazione in borsa di parte delle azioni. Invitiamo le forze politiche a fare sentire la propria voce, noi di contro non staremo con le mani in mano e convocheremo un’assemblea dei lavoratori; se riceveremo il mandato, proclameremo lo stato di agitazione e siamo pronti persino al blocco dei voli”.

 


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