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Con “Amore sono un po’ incinta” il Festival del teatro popolare di Palermo sposta il focus sulla commedia

Spettacolo scritto, recitato e diretto da Marco Cavallaro

Dopo due grandi classici del teatro siciliano di tradizione, il primo Festival del teatro popolare di Palermo, organizzato al Teatro Golden dall’Associazione Gags con la direzione artistica dell’attore e regista Alessandro Idonea, sposta il focus sulla commedia più divertente, e per domenica 15 gennaio, alle ore 18, mette in scena “Amore sono un po’ incinta” spettacolo scritto, recitato e diretto da Marco Cavallaro, un nuovo protagonista del palcoscenico, giarrese di nascita ma romano d’adozione, il quale, dopo i successi di “That’s Amore” e “Se ti sposo mi rovino” torna con una nuova commedia ricca di risate e piena momenti di pura emozione.

Cavallaro è ormai da anni amico delle stagioni teatrali dirette da Alessandro Idonea il quale sottolinea: “Marco è una conferma per il valore delle sue commedie”.

Con Cavallaro in scena Sara Valerio, Marco Maria Della Vecchia e Guido Goitre. La voce della bambina è di Monica Ward. La voce del narratore è di Alessandro Campaiola.

Il calo delle nascite genera paura nella società, ma mettere al mondo oggi un figlio preoccupa ancora di più. Che mondo e che futuro lasciamo ai nostri figli? Un figlio può salvare un amore? E soprattutto quanto costa fare un figlio? Roberta e Maurizio sono due giovani “non” più giovani che vivono la propria vita tra la realizzazione personale e la ricerca costante di una “condivisione”.

Non si conosco ma il destino ha per loro in serbo qualcosa di unico, imprevedibile e pieno di notti insonni. Mettere al mondo un bambino com-porta grandi responsabilità sociali, civili ed economiche. Quando poi il figlio arriva in una coppia improbabile che non aveva nessuna intenzione di avere un figlio, per non compromettere il senso di libertà e intaccare quello della responsabilità, ecco che la frittata è fatta.

“Amore sono un po’ incinta” è una commedia che fa ridere delle nostre paure ad affrontare l’ignoto e di come la storia più vecchia del mondo sia la favola più bella da raccontare… quella di dare un futuro alla vita.


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