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Allarme province nella sanità, pochi sanitari e il Pnrr non aiuta. Caltanissetta fanalino di coda

Caltanissetta la peggiore, con un medico ogni 40.565 donne. In pratica 17 volte il dato della Capitale

Maglia nera alle province. La carenza di personale sanitario non risparmia nessuno da Bolzano a Caltanissetta ma, secondo un’analisi realizzata da Cittadinanzattiva sul fenomeno dei deserti sanitari in Italia, colpirebbe prevalentemente le aree interne. A partire dai territori settentrionali. Secondo il report, presentato oggi a Roma nella sala di rappresentanza in Italia della Commissione europea nel corso dell’evento ‘Bisogni di salute nelle aree interne, tra desertificazione sanitaria e Pnrr’, ad essere maggiormente penalizzate dalla carenza di medici e sanitari sono le zone periferiche e ultraperiferiche delle aree interne. E, tra le 39 province dove sono più marcati gli squilibri tra numero di professionisti e cittadini, primeggiano la Lombardia con Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Lodi, Milano, il Piemonte con Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli e il Friuli Venezia Giulia con Gorizia, Pordenone, Udine, Trieste.

Caltanissetta la peggiore, con un medico ogni 40.565 donne. In pratica 17 volte il dato della Capitale. L’iniziativa di Cittadinanzattiva rientra nell’ambito del progetto europeo Ahead ‘Action for Health and Equity: Addressing Medical Deserts’ che ha l’obiettivo di analizzare a livello europeo il fenomeno dei cosiddetti deserti sanitari, ossia i territori in cui le persone hanno difficoltà ad accedere alle cure a causa della scarsità di personale sanitario, dei lunghi tempi di attesa o delle ampie distanze dal punto di erogazione delle cure. Una situazione che, secondo il report, rischia di non risolversi nemmeno con i fondi previsti dal Pnrr, che avrebbe la potenzialità di ridurre alcuni gap storici ma, secondo Cittadinanzattiva, parte con il piede sbagliato.

Poco più di un terzo delle case e ospedali di comunità saranno realizzati nelle aree interne. Resteranno così scoperti gli oltre 5 milioni di cittadini che vivono in zone periferiche. Non è previsto alcun ospedale di comunità nelle aree ultraperiferiche di sette regioni: Piemonte, Liguria, Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Marche. Conteranno invece una casa di comunità per le aree interne periferiche Friuli, Marche e Piemonte. Di contro, le Regioni maggiormente beneficiate saranno Lombardia, Campania e Sicilia. “Le riforme previste dal Pnrr potranno avere gli effetti sperati se all’investimento sulle strutture si affiancherà un adeguamento investimento sul personale – afferma Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva -. Allo stesso modo, occorre dislocare gli spazi di salute rafforzando le aree deboli del Paese. Per questo, in occasione della prossima Giornata europea dei diritti del malato, in programma il 18 aprile, promuoveremo una mobilitazione nazionale e locale”.


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