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Custodia cautelare in carcere per l’autista di Matteo Messina Denaro

Ieri durante l’interrogatorio di garanzia Luppino aveva cercato di sminuire il proprio ruolo

Il gip di Palermo Fabio Pilato, sciogliendo la riserva, ha depositato l’ordinanza di convalida della misura cautelare in carcere per Giovanni Luppino, 59 anni, accusato di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. Luppino è stato arrestato in fragranza lunedì assieme al boss Matteo Messina Denaro alla clinica La Maddalena di Palermo. Il  gip ha accolto le richieste dell’accusa, rappresentata ieri dal sostituto procuratore Pierangelo Padova.

Ieri durante l’interrogatorio di garanzia Luppino, difeso dall’avvocato Giuseppe Ferro, aveva cercato di sminuire il proprio ruolo: “A me è stato presentato come Francesco, cognato di Andrea Bonafede. È stato quest’ultimo a presentarmelo e – riferisce il legale riportando alcuni passaggi delle risposte di Luppino – per spirito di solidarietà mi sono prestato ad accompagnarlo a Palermo per la seduta di chemio”. Ma per i pm che coordinano le indagini il suo è stato un ruolo tutt’altro che inconsapevole. Al gip che gli aveva chiesto se lo avrebbe accompagnato ugualmente sapendo la reale identità il legale riferisce che Luppino ha risposto: “solo un pazzo poteva accompagnarlo sapendo che era Matteo Messina Denaro. Per me era Francesco è solo lunedì al momento del blitz dei carabinieri mi è stato detto chi fosse”. Il legale di Luppino annuncia che sarà proposto ricorso al Tribunale del riesame.


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