Voce rotta dal pianto, mani tremanti e quella voglia di ricandidarsi a sindaco che certamente non è stata mascherata. Così si è presentato questa mattina Pippo Gianni, ex sindaco di Priolo Gargallo, ha tenuto questa mattina in sede di conferenza stampa. Si tratta del primo appuntamento pubblico dopo la sua scarcerazione, avvenuta lo scorso 18 gennaio, a seguito della richiesta del difensore, Ezechia Paolo Reale, per cessate esigenze cautelari.
Il processo a carico di Pippo Gianni comincerà il prossimo 10 marzo: “si tenterà – ha detto Gianni – di capire qual è il confine tra la concussione e la politica industriale; la corruzione e la ricerca del consenso elettorale; le pressioni indebite e l’esercizio dei poteri di direzione e indirizzo sui funzionari comunali. Sarà un processo nel quale possono essere compresi disagi e pericoli del singolo amministratore, ma più in generale di chi esercita una carica politica; nel quale, chi vorrà, potrà comprendere perfettamente i motivi per cui da anni politica e magistratura non hanno capacità di dialogo e armano uno scontro tra poteri estremamente dannoso per la nostra società. Sarà un processo nel quale potrà essere chiarito perché le intercettazioni oggi sono oggetto di forti polemiche”.
Gianni era stato arrestato lo scorso 3 ottobre, dalla Polizia di Stato, per istigazione alla corruzione, tentata concussione, concussione, falsità materiale e ideologica in atti pubblici (quest’ultima in concorso con altri 3 indagati). Secondo la tesi dei magistrati, infatti, Pippo Gianni avrebbe – tra l’altro – esercitato pressioni a due aziende del Petrolchimico perché assumessero persone a lui vicine e concedessero dei lavori ad una azienda di Priolo. Dopo poco più di tre mesi, lo scorso 16 gennaio, Gianni presentò le dimissioni da sindaco.
“Ho scelto di non rassegnare nell’immediato le dimissioni – ha dichiarato Gianni – perché pensavo che nei tempi abbastanza brevi avrei potuto e dovuto restare in carica, proprio per essere testimone della frizione che esiste tra le esigenze della giustizia e quelle della democrazia, che ad oggi vedono prevalere le prime a discapito di quelle della democrazia, che a mio modesto modo di vedere, andrebbero tutelate per via del peso dell’interesse complessivo su cui si fondano. Purtroppo i tempi di verifica – ha detto ancora Gianni – sono molto più lunghi di quelli scritti nella legge: il tribunale del Riesame, oltre i 10 giorni per la decisione, ne ha presi altri 45 per la motivazione e solo dopo il deposito è stato possibile presentare il ricorso per Cassazione, la cui trattazione però è stata fissata il 5 aprile 2023, data nella quale il Comune di Priolo Gargallo sarebbe già in fase di rinnovo dei suoi organi elettivi facendo perdere vigore e interesse alla questione di principio che, al contrario, avrebbe potuto diventare un intralcio non indifferente al regolare svolgimento delle nuove elezioni”.
L’ex primo cittadino di Priolo Gargallo ha sempre respinto le accuse nei propri confronti spiegando di non aver mai tratto alcun beneficio personale o economico dalle vicende e sostenendo come tutte le sue iniziative, comprese le richieste di assunzioni, fossero iniziative politiche volte a tutela del territorio.
Gianni continua a dirsi innocente e ribadisce la fiducia nella giustizia: “Se un politico non credesse al sistema giudiziario, ferma restando l’ovvia eccezione della possibilità di errori fisiologici o di gravi illeciti discorsivi del giusto risultato, non crederebbe neanche alla sua funzione, che ha senso solo in un contesto di democrazia liberale”.
L’ex sindaco è un uomo libero. Che sia pronto a una nuova campagna elettorale come primo cittadino di Priolo Gargallo? La voglia c’è. Il resto si vedrà.
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