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Aumenti ai deputati regionali, dietrofront. Miccichè: “Si studi una soluzione”

L'incremento in busta paga è legato a una legge del 2014 che prevede l'adeguamento automatico delle indennità in base all'Indice Istat che misura ogni anno la crescita dell'inflazione

Non solo bloccare l’aumento degli stipendi dei deputati regionali ma addirittura ridurli a due euro lordi. Una provocazione, quella contenuta in un emendamento al ddl Stabilità, a firma di Gianfranco Miccichè, all’indirizzo del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, che in queste ore avrebbe dato mandato agli uffici di Palazzo dei Normanni di studiare una soluzione giuridicamente valida per bloccare l’aumento di circa 890 euro al mese approvato martedì scorso, 10.700 euro l’anno.

L’incremento in busta paga è legato a una legge del 2014 che prevede l’adeguamento automatico delle indennità in base all’Indice Istat che misura ogni anno la crescita dell’inflazione. La provocazione del commissario regionale azzurro è scattata dopo che alla Presidenza dell’Ars sarebbe arrivata in mattina la richiesta dai vertici romani di FdI di stoppare la norma. “Considerato l’invito romano perentorio ricevuto dal presidente regionale Gaetano Galvagno – si legge nell’emendamento presentato da Miccichè – circa l’odg che eliminerebbe l’adeguamento Istat per i deputati regionali, ritengo che questa indicazione non sia solo necessaria ma, alla luce del particolare momento di difficoltà in cui versa la nostra regione, appaia più probante mantenere inalterato l’adeguamento riducendo piuttosto la base di partenza da euro 11.100 mila lordi a 2 euro lordi”.


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