Dal provvedimento del gip di Palermo, Alfredo Montalto, che ha disposto l’arresto per associazione mafiosa di Rosalia Messina Denaro, sorella maggiore del padrino di Castelvestrano, emergono alcuni dei dettagli che hanno fornito un’accelerazione alle indagini sull’arresto a Palermo del capomafia il 16 gennaio, dopo la trentennale latitanza, tra cui diversi “pizzini” rinvenuti sia nel rifugio del boss a Campobello di Mazara, sia nella casa di Castelvetrano di Rosalia Messina Denaro – Rosetta – celati all’interno di una gamba cava di una sedia in alluminio e rinvenuti (fotografati e rimessi a posto per non destare sospetti e capire meglio) durante una operazione degli investigatori del Ros.
Uno di questi pizzini – trovati il 6 dicembre scorso – in cui si farebbe riferimento alla malattia e alle cure di Matteo Messina Denaro, è stato decisivo per la cattura dell’allora superlatitante.
Un vero e proprio “diario clinico” quello rinvenuto il 6 dicembre scorso dagli investigatori del Ros in casa di Rosalia Messina Denaro. Un “colpo di fortuna” durante l’azione per imbottire l’abitazione di microspie e durante la quale viene trovato in una gamba cava di una sedia del soggiorno.
Gli investigatori forografano tutto e rimettono a posto. Ma ne viene fuori un quadro di una persona di famiglia gravemente ammalata ma che – a quel momento – non risultava , in particolare per malattie di tipo oncologico. L’appunto è pieno di date, informazioni cliniche su un intrvento chirurgico.
Scrive il gip di Palermo, Alfredo Montalto, nell’ordinanza di custodia a carico di Rosalia – Rosetta – Messina Denaro, arrestata per associazione mafiosa: “Per inciso, l’appunto fotografato il 6 dicembre 2022 dalla polizia giudiziaria veniva rinvenuto puntualmente durante la perquisizione all’interno dell’abitazione di Rosalia Messina Denaro svolta il giorno dell’arresto del latitante. E veniva rinvenuto esattamente nella stessa intercapedine ove la polizia giudiziaria il 6 dicembre precedente aveva provato a installare una microspia autoalimentata, cioè nella stessa gamba vuota della sedia ove era stato fugacemente visto e fotografato quel giorno”.
Da quel “pizzino” l’accelerazione partendo proprio dal tipo di malattia, approfondendo e incrociandoli con le banche dati sia al ministero della Salute sia quelle sanitarie nazionali fino ad arrivare all’identificazione di un paziente maschio, dall’età compatibile con quella latitante: si tratta di Andrea Bonafede, geometra, di Campobello di Mazara.
“Risulta inconfutabilmente accertato, innanzitutto, che Rosalia Messina Denaro ha costituito un importantissimo punto di snodo delle comunicazioni del fratello latitante, non soltanto con i membri della sua famiglia di origine, ma, soprattutto, ed è ciò che qui rileva, con un elevato numero di soggetti a vario titolo coinvolti nelle attività di interesse dell’associazione mafiosa Cosa nostra operante nel territorio di Castelvetrano e comuni limitrofi di cui il latitante medesimo costituiva – e ha continuato a costituire sino al suo arresto – il vertice incontestato ed incontrastato”, continua il gip di Palermo, Alfredo Montalto.
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