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Rosalia Messina Denaro cassiera e ambasciatrice del boss Matteo

"Mi fai sempre lo specchietto finale, così so quanto è la cassa", scriveva il boss alla sorella

Il gip di Palermo, Alfredo Montalto, nell’ordinanza d’arresto di Rosalia Messina Denaro, sorella del capomafia, sottolinea anche la strategia del depistaggio adottata dal boss per tutelarla nel caso in cui alcuni “pizzini” fossero stati intercettati.

“Dall’analisi dei pizzini rinvenuti covo di Campobello di Mazara – si legge – emerge che, oltre ai familiari stretti tra i principali destinatari aveva inviato una serie di ordini a terza persona indicata come ‘Fragolone’. Orbene, i dati raccolti rileggendo le comunicazioni del capo mafia, uniti ad ulteriori risultanze investigative hanno fin da subito orientato l’identificazione del soggetto ‘Fragolone’ proprio nella sorella maggiore, così svelando che la donna, secondo le valutazioni del latitante, riceveva sue direttive rivestendo di volta in volta o il ruolo di componente del proprio nucleo familiare d’origine, ovvero il ruolo di fedele esecutrice dei suoi ordini mafiosi”.

“Già la sola lettura degli scritti consente in più passaggi di ricostruire, nei tratti essenziali, la molteplicità dei compiti dei quali ‘Rosetta’, nel corso degli ultimi decenni, è stata incaricata dal capomafia: quelli di paziente tessitrice dei conflitti tra i parenti, di riservata veicolatrice delle decisioni del latitante su questioni di carattere familiare, nonché di vera e propria cassiera, incaricata dal fratello di ricevere ingenti somme di denaro, di custodirle, rendicontarle e all’occorrenza distribuirle. E, infine ma non per ultimo, di canale di smistamento dei pizzini tra il latitante e altri associati mafiosi”, scrive il gip di Palermo.

“Infine, che ‘Rosetta’ svolgesse il compito, in modo costante e ripetuto almeno negli ultimi 10 anni, di fedele cassiera – si legge nel provvedimento – obbligata a rendicontare scrupolosamente al capo mafia ogni spesa affrontata o ogni somma elargita ai sodali, è immediatamente desumibile da ulteriore espressione utilizzata dal latitante nello scritto: “mi fai sempre lo specchietto finale, così so quanto è la cassa”.


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