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A Casteldaccia ritardo record: dipendenti comunali da 12 anni senza salario accessorio

Dichiarato lo stato di agitazione

Il Comune di Casteldaccia da 12 anni non applica ai suoi dipendenti il contratto collettivo decentrato della funzione pubblica. In pratica, alcune figure, come i vigili urbani, perdono anche fino a un massimo di 10 mila euro l’anno di indennità aggiuntive rispetto ai loro colleghi italiani. Un gap che la Cgil chiede di colmare. Oggi si è svolta un’assemblea della Cgil e della Fp Cgil, nella sede comunale, con i dipendenti e i precari in attesa di stabilizzazione del comune di Casteldaccia, alla presenza di Saverio Cipriano, della Fp Cgil Palermo e Giuseppe La Piana, responsabile della camera del Lavoro di Bagheria. Alla conclusione dell’assemblea con il personale, è stato dichiarato lo stato di agitazione.

Chiediamo all’amministrazione comunale che, prima possibile, si regolarizzi la situazione contrattuale, costituendo il fondo per la contrattazione decentrata che non è mai stato costituto dal 2012 a oggi – dichiara Saverio Cipriano, della Fp Cgil Palermo– Il Comune vanta questo primato diretto: è l’unico degli 8.500 comuni italiani a non avere garantito per 12 anni il contratto decentrato ai lavoratori. Se l’amministrazione non verrà incontro alle legittime aspettative dei suoi dipendenti, decideremo le iniziative da intraprendere”.

Venerdì i sindacati sono stati convocati dall’amministrazione comunale per l’apertura di un tavolo di confronto.

Siamo pronti a una collaborazione per trovare le soluzioni, analizzare insieme le criticità e risolvere tutti problemi per la costituzione del fondo, elemento principale del contratto decentrato – aggiunge il responsabile della Camera del Lavoro di Bagheria Giuseppe La Piana –E non parleremo solo di salario accessorio. Tra le rivendicazioni della Cgil ci sono anche la formazione professionale nel pubblico impiego, che da tempo non si fa, sicurezza e vigilanza, e il bacino di precari da stabilizzare. E’ vero che la normativa attuale prevede la possibilità di proroga fino al 2025. Ma bisogna cominciare a programmare queste stabilizzazioni senza aspettare proroghe”.

Prima di avviare la trattativa per l’applicazione del nuovo contratto decentrato, la Cgil chiede anche di verificare tutti i fondi dal 2012 a oggi, per chiudere con il regresso. “Bisogna – continuano Cipriano e La Piana – quantificare le somme, verificare i residui e in base a quello che si è perso adattare il contratto decentrato nuovo, adeguandolo alle esigenze dei servizi e alle aspettative. Anche il contratto nazionale nuovo nel frattempo è stato approvato e alla luce dei cambiamenti bisogna rivedere la parte economica e la parte giuridica”.


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