Due brani, due leggende, un solo nome: Lucio. A 80 anni dalla nascita di quelli che sarebbero diventati due miti della musica italiana, la siciliana Marta La Rosa ha celebrato idealmente il genio di due artisti eccellenti, che proprio nei giorni scorsi avrebbero compiuto gli anni. E lo ha fatto portando sul palco di The Voice Kids – versione junior del talent show che premia le più belle voci tra i sette e i quattordici anni – due canzoni di Battisti e Dalla.
Originaria di Comiso, in provincia di Ragusa, allieva della MeO School del maestro Paolo Li Rosi, la tredicenne ha conquistato l’accesso alla finale del programma, condotto da Antonella Clerici, entrando nel team di Gigi D’Alessio con l’intramontabile “Emozioni” di Lucio Battisti.
“Un’esperienza bellissima – ha raccontato Marta – che porterò sempre con me. Nelle “blind audition” ero molto carica, infatti appena ho finito di cantare ho lasciato andare tutto quello che avevo dentro. Nella finale, invece, ero più tranquilla ma al tempo stesso felice di aver avuto un’altra possibilità per risalire sul palco”.
La seconda e ultima puntata di The Voice Kids ha visto Marta esibirsi con “La sera dei miracoli” di Lucio Dalla.
“Un pezzo di un altro mito della musica – ha aggiunto il maestro Li Rosi –, meno conosciuto ma molto bello da cantare, per la linea melodica e il testo. Marta è stata molto brava a interpretarlo, come se fosse stata una sua creazione”.
Un grande traguardo per la giovane promessa siciliana che, come ha spiegato Li Rosi, «oltre a una tecnica indiscutibile, ha anche una grandissima dote emotiva».
Da qui la scelta di puntare su “Emozioni” nella fase delle audizioni al buio.
“In questi programmi – ha proseguito Li Rosi – ti aspetti che si canti più di forza, mentre saper legare parte emotiva e parte tecnica rende tutto più interessante. Questo ha premiato Marta”.
“Mi piacerebbe incontrarti di nuovo – ha detto sabato scorso nel corso della finale il suo coach, Gigi D’Alessio – e scoprire che hai scritto qualche canzone. Questo è l’augurio che ti faccio, qualora deciderai di fare questo lavoro”.
Un augurio che suona come una promessa quando aggiunge sorridendo: “Lo potrai fare”.
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