Ha passato una notte tranquilla il 33enne del Bangladesh, uno dei 17 migranti superstiti del naufragio avvenuto a 100 miglia a nord di Bengasi, che ha provocato 30 dispersi. Un ematoma alla gamba con alcune escoriazioni e una frattura scomposta alle dita della mano destra che verrà ridotta probabilmente domattina. Il ragazzo è sbarcato ieri a Pozzallo dalla motovedetta della Guardia costiera che è andata a prenderlo con gli altri naufraghi, a bordo del cargo Froland che li ha soccorsi nelle drammatiche fasi del ribaltamento del piccolo scafo in vetroresina. Dopo i primi controlli del personale medico dell’Usmaf, guidati da Vincenzo Morello, e dell’Asp, con Angelo Gugliotta, proprio per la sospetta frattura ad una mano, l’uomo è stato portato all’ospedale di Modica per controlli e mentre i compagni di viaggio venivano assistiti all’hotspot, dove oggi stanno intervenendo medici e psicologi di Medu e Medici senza frontiere e c’è il supporto di altre associazioni umanitarie. È partita subito una gara di solidarietà attivata dallo stesso Gugliotta.
Dalle Misericordie di Modica e dalla gestione dell’hotspot, sono stati forniti in ospedale vestiti e quanto necessario per dare un primo aiuto. Il 33enne era sbarcato con addosso un paio di pantaloncini. La sua mano è rimasta schiacciata tra la nave che li ha soccorsi e la biscaglina, la scaletta che era stata calata per aiutarli a salire a bordo. Con la fretta di salvarsi, e una grossa contusione alla coscia, i suoi piedi sono scivolati sulla fiancata della nave e le sue dita sono rimaste aggrappate alla scaletta ma hanno sbattuto con violenza sulla fiancata della nave Froland, bagnata dalle onde del mare in tempesta. Sulla coscia destra ha un grosso ematoma e qualche escoriazione. Lui stesso ha raccontato di esserselo procurato nel momento in cui la barca si è rovesciata, colpendolo. Ha riposato durante la notte, ha consumato i pasti; dopo la riduzione della frattura tornerà all’hotspot con gli altri superstiti del terribile viaggio.
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