fbpx

In tendenza

Ponte sullo Stretto, Schifani: “Inizio di una nuova era. Vigileremo su Anas e Rfi”

La società che si occuperà della costruzione "sarà la stessa che si era aggiudicata l’appalto all’epoca e rinuncerà ai 700 milioni di euro di danni chiesti"

“Siamo alla vigilia di una nuova era, quella dell’assunzione di responsabilità da parte del governo nazionale e degli esecutivi di Sicilia e Calabria”. Così il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, intervenendo al convegno “Il Ponte sullo Stretto, una sfida necessaria”, al teatro Massimo di Palermo. “Matteo Salvini è stato di parola nell’impegno ad occuparsi in maniera forte della battaglia per il ponte sullo Stretto” ha evidenziato il presidente ricordando poi che nel rilanciare il progetto “sono stati affrontati e risolti in maniera corretta i problemi di natura giuridica”. E ha assicurato: “Il mio governo sosterrà la realizzazione e si impegnerà per migliorare le infrastrutture relative ai collegamenti, sia su gomma sia su ferro. Apriremo un grande fronte su questo tema con un confronto serrato con Anas  e siamo ormai alla vigilia del commissariamento dell’autostrada Palermo-Catania. Un confronto è aperto anche con Rfi e con Ferrovie dello Stato, per capire bene i tempi dell’investimento di oltre 11 miliardi che toccano alla Sicilia. Ho chiesto al ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini e ai vertici di Rfi un cronoprogramma per la realizzazione di Palermo-Catania e Catania-Messina. Vigileremo perché si rispettino i tempi”.

Il mio governo – ha ribadito Schifani – farà la propria parte sul piano economico e indicherà un componente nel consiglio di amministrazione come previsto dalla bozza di decreto che riattiva la società “Ponte sullo Stretto. Speriamo che la pubblicazione arrivi già nei prossimi giorni per cominciare i lavori”. La soluzione individuata dal ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, “mi sembra molto efficace. Non ho mai trovato un ministro delle Infrastrutture così vicino: è stato di parola e si è impegnato affrontando e risolvendo tutti i problemi in maniera corretta dal punto di vista giuridico. A cominciare dalla nuova vita che si sta riconoscendo a un contratto che fu cancellato dal governo Monti con conseguenze gravissime”.

La società che si occuperà della costruzione “sarà la stessa che si era aggiudicata l’appalto all’epoca e rinuncerà ai 700 milioni di euro di danni chiesti. Si ripartirà dal prezzo di aggiudicazione, adeguandolo all’andamento odierno. Il progetto, inoltre, sarà parzialmente rivisto per rispondere alle norme intervenute in questi anni in materia di sicurezza e tutela dell’ambiente”.

In merito alle infrastrutture in Sicilia, il presidente Schifani conclude: “Il ponte deve essere uno stimolo per migliorare anche l’assetto viario e ferroviario, deve essere elemento propulsore per lo sviluppo di Sicilia e Calabria. Apriremo un grande fronte su questo tema mantenendo serrato il confronto con Anas e Rfi. Chiederemo un cronoprogramma sui lavori nell’Isola e vigileremo sul rispetto dei tempi. Certo, se dovessi fare oggi un’indagine sullo stato dei lavori pubblici in Sicilia scoprirei probabilmente che più dell’80 per cento è bloccato per ragioni amministrative. È evidente che ci sono cose che non funzionano, ma mi sto muovendo anche nei confronti di una certa burocrazia paralizzante”.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni