“La carenza di personale sanitario e la conseguente demedicalizzazione delle ambulanze rischiano di accentuare l’isolamento di molti comuni marginali della Sicilia e delle aree interne dove le postazioni 118 rappresentano l’unico presidio sanitario d’emergenza del territorio. Una grave situazione che impone provvedimenti urgenti per garantire prestazioni sanitarie omogenee e continue nei casi di grave emergenza, soprattutto quando la tempestività dell’intervento e il conseguente ricovero presso l’ospedale più adatto a trattare la patologia si rivelano determinanti per salvare la vita del paziente”. E’ l’appello di Fabio Venezia, parlamentare regionale del Partito Democratico.
“Un servizio così importante e delicato non può reggersi solo sugli enormi sforzi quotidiani dei pochi medici, infermieri e soccorritori che con non comune spirito di abnegazione vi prestano servizio. In diverse postazioni 118 msa (mezzo di soccorso avanzato) – continua Venezia – la mancanza di medici non riesce a coprire le turnazioni dei presidi sanitari d’emergenza e in alcuni turni o per intere giornate l’ambulanza opera solo con gli autisti soccorritori e l’infermiere. Nel caso di interventi in “codice rosso”, in mancanza del medico a bordo dell’ambulanza, i pazienti non possono essere rianimati dal solo soccorritore, ma necessiterebbero di medici d’urgenza che possano valutare ed individuare il livello di rischio ed eseguire trattamenti particolari prima del trasporto in ospedale. Il governo intervenga con urgenza – conclude Venezia, che sull’argomento ha presentato un’interrogazione – programmando una distribuzione più uniforme di medici e infermieri nel territorio e, in particolare, nelle postazioni 118 dei comuni marginali e montani della Sicilia, per offrire un’efficace ed efficiente gestione dell’emergenza sanitaria che garantisca il diritto alla salute di ogni cittadino”.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni