Ieri l’Italia ha dato l’approvazione condizionata alla vendita della raffineria di proprietà Lukoil alla società cipriota di private equity Goi Energy. Lo riferisce l’agenzia Reuter. Il Governo ha il potere di rivedere la transazione in base al “Golden power”, volto a proteggere le industrie ritenute di importanza strategica in settori come quello bancario, energia, telecomunicazioni e sanità. Lo stabilimento Isab di proprietà della Lukoil raffina 320.000 barili di greggio al giorno che rappresentano un quinto della capacità di raffinazione italiana e impiega direttamente circa 1.000 persone in un’area economicamente depressa nella regione più meridionale del paese.
Lukoil ha riferito a gennaio di aver raggiunto un accordo preliminare per vendere la raffineria a Goi Energy con l’appoggio di Trafigura. Il Governo italiano ha chiesto la tutela dei posti di lavoro e il mantenimento degli standard ambientali nella vendita dello stabilimento. Roma ha anche chiesto a Goi Energy di garantire l’approvvigionamento di petrolio da paesi produttori diversi dalla Russia. L’uso del Golden power da parte dell’Italia, nella maggior parte dei casi, porta ad approvare accordi con condizioni vincolanti per preservare l’interesse nazionale.
“Valuteremo nel dettaglio la potenzialità e l’efficacia delle prescrizioni e delle condizioni – le parole del senatore Pd Antonio Nicita -. Resta l’insoddisfazione per il mancato esercizio, anche in questa delicata fase di condizioni e di monitoraggio, dell’amministrazione temporanea pubblica, pure introdotta a suo tempo dal Governo come opzione possibile ma poi non esercitata dal Governo”.
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