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Antimafia, Cracolici a Caltanissetta: “possibili pressioni su appalti Pnrr, ancora tanto da fare”

E’ quanto ha affermato Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale Antimafia in occasione della riunione della commissione svoltasi alla prefettura di Caltanissetta

Foto dal profilo Fb di Cracolici

“C’è ancora tanto da fare nei territori.” E’ quanto ha affermato Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale Antimafia in occasione della riunione della commissione svoltasi alla prefettura di Caltanissetta.

“Sono preoccupato – ha aggiunto Cracolici – del fatto che in questo territorio non vi sia un consorzio tra i comuni per la gestione dei beni confiscati ma con questa parcellizzazione non andremo da nessuna parte, sono preoccupato perché è scomparso il sistema dell’antiracket che in qualche modo è uno strumento di promozione della cultura della denuncia e dell’individuazione anche di fenomeni che soprattutto Cosa nostra utilizza per finanziarsi attraverso le estorsioni e finanziare anche i familiari dei carcerati e gli stessi carcerati. Sono preoccupato del fatto che ancora il Comune di Gela non abbia ancora un impianto di videosorveglianza che è uno strumento importante per prevenire e contrastare la criminalità. Insomma c’è tanto lavoro da fare e credo che la commissione con questa audizione sta raccogliendo tutti gli elementi necessari per chiamare la società civile, a partire dal ruolo dei comuni ad una reazione contro la mafia”.

La commissione, dopo aver ascoltato il prefetto di Caltanissetta Chiara Armenia ed i vertici delle forze dell’ordine, ha audito il procuratore generale facente funzioni presso la Corte di Appello di Caltanissetta, Antonino Patti e il procuratore capo Salvatore De Luca. Nel pomeriggio spazio ai sindaci dei comuni della provincia di Caltanissetta. Fanno parte della commissione i deputati Michele Mancuso (Forza Italia), Roberta Schillaci (M5s) e Carmelo Pace (Nuova Dc).

“Le urgenze sono quelle storiche. Come dappertutto la criminalità mafiosa è presente su questo territorio soprattutto con estorsioni e traffico di stupefacenti”, ha affermato Antonello Cracolici

“Non è meno rilevante – ha aggiunto il presidente della Commissione regionale Antimafia – anche la preoccupazione che con i fondi Pnrr possano esercitarsi ulteriori pressioni sul mondo degli appalti. Mi pare che la struttura dello Stato qui a Caltanissetta è attrezzata e consapevole delle sfide che sono davanti a questo territorio e anche delle modalità con cui contrastare la criminalità mafiosa. Emerge che anche questo territorio ha centinaia di beni confiscati, molti di questi destinati, ma alcuni di essi non sono poi stati trasferiti alla gestione sociale. Per cui abbiamo situazioni per le quali alcuni beni sono destinati ai Comuni ma i Comuni non riescono a trasferirli al terzo settore o al privato sociale e ancora beni che non sono ancora destinati o per difficoltà giuridico amministrative o per lentezze burocratico amministrative da parte dell’agenzia dei beni confiscati che non sono ancora nella disponibilità del territorio. Tra l’altro con il Pnrr c’è una misura specifica che consente di ristrutturare alcuni immobili confiscati. C’è anche un problema che va risolto che è quello dell’utilizzo delle stesse famiglie mafiose a cui sono stati confiscati i beni spesso rioccupando i beni, sia in termini di gestione residenziale, ma in alcuni casi di gestione economica dei beni stessi. Ma soprattutto c’è un problema su cui dobbiamo ragionare perché mi fa impressione che in tutta la provincia nissena non ci sia un consorzio tra i comuni per la gestione dei beni confiscati. Credo che su questo bisogna fare il salto di qualità perché questa è una delle sfide su cui si gioca la credibilità dello Stato che una volta che sottrae le risorse ai mafiosi deve restituirli ai territori e all’opinione pubblica”.

“Noi siamo impegnati sì a conoscere il sistema criminale nei nostri territori ma il nostro compito principale è quello di riuscire a promuovere una mobilitazione civile che rompa il cosiddetto muro dell’indifferenza perché credo che questa è il principale alleato della criminalità. Non è complicità ma favorisce la penetrazione delle organizzazioni mafiose in ogni angolo della nostra vita”, ha affermato Antonello Cracolici

Commentando le motivazioni della sentenza sul depistaggio delle indagini su via D’Amelio emessa dal tribunale di Caltanissetta, Cracolici ha spiegato che “la Commissione Antimafia siciliana ha compiti fissati dalla legge e quindi ci preoccupiamo di tutte le attività connesse alla presenza della criminalità. E’ chiaro – ha aggiunto – che la nostra non è l’attività della commissione nazionale antimafia che ha poteri investigativi, che può usare l’autorità giudiziaria e le forze dell’ordine. Noi non abbiamo questi compiti e poteri quindi prendiamo atto della sentenza che qui a Caltanissetta è stata pronunciata. E’ evidente che la strage di via D’Amelio e forse anche di Capaci è stata probabilmente pensata da menti che stanno fuori da Cosa Nostra e hanno rapporti con lo Stato”.


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