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“No all’autonomia differenziata”: i sindacati scendono in piazza

"È un attacco ai diritti, un inaccettabile frammentazione del sistema scolastico che avrà la sola conseguenza di aumentare le disuguaglianze tra territori, penalizzando il diritto allo studio”

“Oggi siamo in piazza per dire No a un provvedimento che abbasserà l’asticella dei diritti, a partire da quelli fondamentali come la salute e l’istruzione. Lo gridiamo da una piazza, Caltanissetta, ultima nella classifica del Sole24 ore per qualità della vita, per spopolamento dovuto alla mancanza di lavoro, per la mancanza di infrastrutture. Diciamo No all’autonomia differenziata da una regione come la nostra, da sempre a statuto speciale che non ha mai funzionato”. Così la segretaria generale della Uil Sicilia, Luisella Lionti, dal palco di corso Umberto di Caltanissetta dove si è tenuta la manifestazione contro l’autonomia differenziata decisa dal governo nazionale.

“Da sempre – ha aggiunto la sindacalista – rivendichiamo misure per lo sviluppo e l’occupazione. Investimenti. Chiediamo gli stessi servizi, le stesse opportunità che hanno le regioni del Nord. L’autonomia differenziata per funzionare bene ha bisogno di risorse che nella legge Calderoli non ci sono. Non basta definire i Lep e i Lea senza che a questi vengano destinate le risorse necessarie. Chiediamo livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti in modo uniforme sul territorio nazionale. Investire sul territorio è l’unico strumento che crea sviluppo e occupazione per eliminare disparità e arretratezze del Paese. La sanità che già gestisce autonomamente i fondi trasferiti dallo stato ne è un esempio inequivocabile. La Sicilia paga 250 milioni l’anno per migrazione sanitaria a fronte della Lombardia che per la stessa voce incassa 1 miliardo l’anno. La Sicilia risulta terz’ultima tra i sistemi sanitari regionali e questo ha come diretta conseguenza una migrazione sanitaria quantificabile in ben 314 mila ricoveri nelle regioni del nord Italia. La Sicilia è un’Isola dove curarsi è un privilegio. Dove anziché vedere aprire o potenziare strutture sanitarie le vediamo chiudere. Per non parlare della carenza di medici e personale sanitario. Il ostro sistema sanitario è al collasso. Inoltre non possiamo accettare una scuola così come predisposta dal governo. È un attacco ai diritti, un inaccettabile frammentazione del sistema scolastico che avrà la sola conseguenza di aumentare le disuguaglianze tra territori, penalizzando il diritto allo studio”.

“Una campagna di raccolta firme per chiedere al presidente della Regione di ritirare la sua adesione al progetto di autonomia differenziata del governo”. È la proposta lanciata dal segretario generale della Cgil siciliana, Alfio Mannino, nel suo intervento dal palco della manifestazione regionale contro l’autonomia differenziata, che si è tenuta stamattina a Caltanissetta promossa da Cgil e Uil Sicilia, Anpi, Arci, Ali Autonomie, Legacoop, Uisp. “È una battaglia importante – ha detto Mannino- per diritti fondamentali come quelli alla sanità, all’istruzione, alla mobilità, per il futuro dei nostri giovani. Se non otterremo risposte nei termini di politiche per lo sviluppo della Sicilia e del Mezzogiorni la mobilitazione continuerà”.

Mannino è tornato anche sull’idea del ministro Calderoli di destinare ai Lep le risorse del Fondo di sviluppo e coesione. “È vero che si tratta di residui non spesi ma non certo per colpa dei siciliani che finirebbero col pagare due volte i costi dell’inadeguatezza della politica”. Mannino ha rilevato “le tante contraddizioni di una misura che renderebbe più forti le regioni forti e più deboli quelle deboli, che non sarebbero in grado di gestire molte competenze. Lo strapotere delle regioni depotenzierà ancora di più inoltre le autonomie locali. I diritti e la loro esigibilità verrebbero frantumati così come l’unitarietà dello Stato. Si potranno curare solo i più abbienti che praticheranno ancora di più la migrazione sanitaria portando ulteriori risorse nelle casse degli ospedali di altre regioni. E per quanto riguarda l’istruzione, l’autonomia potrebbe riguardare la didattica, le graduatorie, i contratti. Si determinerebbe cioè un Paese a più velocità anche in questo importante ambito, cioè un Paese diviso”. 

Una grande mobilitazione di piazza, oggi a Caltanissetta, per dire NO all’autonomia differenziata portata avanti dal governo Meloni con la complice accettazione della giunta siciliana guidata da Schifani. Il PD siciliano si oppone fortemente a questo processo, secessionista nei fatti, che rischia di dividere il Paese in due: da un lato il Nord ricco che drena risorse, con sanità eccellente e servizi di primo livello e un Mezzogiorno e la Sicilia, dall’altro, sempre più depresso e lontano dagli standard europei soprattutto nel campo della sanità e della scuola senza dimenticare le infrastrutture”. Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, a margine dell’iniziativa di piazza contro l’autonomia differenziata, in corso a Caltanissetta ed indetta da Cgil, Uil, Arci, Legacoop, Anpi, Ali-Autonomie, Arci e Uisp. “L’Autonomia differenziata – aggiunge – condanna la Sicilia a un futuro da vassalli dei leghisti. Per questo il PD oggi partecipa in massa con i propri quadri dirigenti, la segreteria, la direzione, i militanti,le federazioni provinciali, la deputazione regionale e nazionale. Faremo le barricate in ogni sede, dai piccoli comuni, alle città metropolitane, all’Ars ed ovviamente in Parlamento nazionale. Abbiamo già predisposto un odg che sarà depositato in tutti gli Enti locali siciliani e siamo pronti a indire una mobilitazione di piazza per chiedere a Schifani di ritirare la propria firma al progetto, apposta in conferenza Stato-regioni”.


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