Sicilia verso il ‘dimensionamento scolastico’. Mobilitazione a favore del disegno di legge voto presentato da Valentina Chinnici e dal gruppo Pd all’Ars, dopo la diffusione dei dati e della tabella contenuti nel decreto interministeriale con il quale si andrà a definire l’organico dei dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le regioni per il triennio 2024-2027. Secondo questo schema, la Sicilia passerebbe, già a partire dall’anno scolastico 2024/2025, da 812 sedi scolastiche autonome (cioè dotate di un dirigente scolastico e di un direttore dei servizi generali amministrativi titolari) a 710, con un taglio di ben 102 autonomie scolastiche. Fino ad arrivare nell’anno scolastico 2026-2027 a un numero di sedi autonome pari a 700.
In Sicilia dunque 102 scuole autonome in meno rispetto all’anno scolastico in corso. E a questo proposito la Flc Cgil Palermo lancia una proposta di mediazione alle istituzioni siciliane, che si dovranno esprimere nella conferenza Stato-Regioni.
“Esprimiamo apprezzamento per l’intervento della deputata del Pd Valentina Chinnici che ha presentato, insieme a tutti i deputati del suo gruppo all’Ars, un disegno di legge voto da sottoporre al Parlamento della Repubblica, proprio sul dimensionamento scolastico – dice il segretario Flc Cgil Palermo Fabio Cirino – si tenta di colmare un vuoto legislativo inserendo, tra le aree da considerare ai fini del dimensionamento scolastico, anche i comuni delle aree interne, quelli classificati come periferici e ultraperiferici nell’ambito della Strategia nazionale aree interne. E quelli di contesti urbani nei quali le particolari condizioni socio-economiche determinano una forte propensione all’abbandono scolastico. Infatti tali aree non erano menzionate, nella legislazione nazionale, a differenza delle comunità montane, piccole isole o comunità con specificità linguistiche”
Per quanto riguarda il taglio in Sicilia da 810 scuole autonome a 710 e poi 700, che avrà anche una ricaduta notevole sulle scuole del capoluogo palermitano, “tutto ciò – spiega Cirino – avrà serie ripercussioni sul contingente dei dirigenti scolastici, dei direttori dei servizi generali e amministrativi e a cascata sul personale Ata. Pertanto auspichiamo, finché si è ancora in tempo, un approccio meno severo e ragionieristico, e un intervento delle istituzioni siciliane per far valere, in sede di Conferenza unificata Stato – Regioni, una proposta più ragionevole, considerando, per esempio, il coefficiente di 900 anziché di 961 (nel range 900/1000 previsto dalla legge) per determinare il totale delle sedi complessive a livello nazionale, e quindi regionale”.
A partire dall’anno scolastico 2024/2025, secondo la norma, tali criteri sono individuati con decreto del ministro dell’Istruzione e del merito, di concerto col ministro dell’Economia, previo accordo in sede di Conferenza unificata, entro il 31 maggio dell’anno precedente all’anno scolastico di riferimento. Tuttavia, qualora il termine del 31 maggio decorra inutilmente, sarà il ministro dell’Istruzione a definire il contingente dei dirigenti scolastici e dei dsga secondo un coefficiente non inferiore a 900 e non superiore a 1000, tenuto conto del numero degli iscritti su base regionale negli istituti statali.
“Il coefficiente – aggiunge Cirino – è integrato dal parametro della densità degli abitanti per chilometro quadrato salvaguardando, al contempo, le specificità degli istituti situati in territori montani, nelle piccole isole e nelle comunità con specificità linguistiche e da un parametro perequativo. Consideriamo questa proposta una mediazione dettata dal buon senso più che da meri criteri ragionieristici votati al risparmio e auspichiamo che le forze politiche se ne facciano carico”.
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